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Scoperta dall'ingresso della sede di via Archimede, poi incontro nella del Municipio Bassa Valbisagno con tanti giornalisti e poligrafici della storica cooperativa che ha chiuso nel 2015
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di Michele Varì
Quando ha avuto bisogno dei politici, i politici non ci sono stati, quando ha avuto bisogno degli imprenditori gli imprenditori non ci sono stati.

Il Corriere Mercantile, uno dei giornali più antichi d'Italia, nato nel 1824 e chiuso dal luglio 2015 quando la cooperativa di giornalisti e poligrafici è affondata fra tante pacche sulle spalle e rassicurazioni, è naufragato anche per colpa della caccia alle streghe di alcuni politici dilettanti e populisti incapaci di capire che i fondi per l'editoria, così come il reddito di cittadinanza, non andavano aboliti ma controllati, elargiti a giornali veri che facevano informazione vera e certificata. Come il Mercantile.

Oggi la politica bipartisan si è ricordata del Mercantile anche se a tempo ampiamente scaduto.

Dicevamo la politica si è ricordata di quel giornale in cooperativa e pure del suo storico direttore Mimmo Angeli e ha inaugurato una targa per ricordarli, in via Archimede 169 rosso, una targa posta nella bacheca dove veniva esposta la prima pagina della copia del giorno, lì dove c'era la sede nata al posto di un cinema a tre sale soppalcato.

Un locale ora svuotato di vita e buio, posto in vendita dal proprietario che ne vorrebbe farne abitazioni. E dire che per decenni il Mercantile è stata una casa, la casa dei cronisti perchè in quegli anni quando si lavorava l'orologio non si guardava mai, ma è stata pure una scuola dove si insegnava a fare il giornalista.


Così oggi ad assistere alla riesumazione del Mercantile (e della Gazzetta del Lunedì, l'edizione più importante che raccontava le cronache delle partite calcio, dalla serie A alla terza categoria) sono stati tanti ex soci di quella cooperativa, per la targa, e poi per l'incontro organizzato nella sede del Municipio III Bassa Val Bisagno di piazza Manzoni guidato da Angelo Guidi, che mesi fa ha accolto subito le richieste di due ex soci, fra cui scrive questo articolo e Paolo De Totero, l'ultimo caporedattore che fra l'altro a chi scrive il mestiere di cronista l'ha pure insegnato.


Presenti politici bipartisan che con quelli sordi di allora non hanno nulla a che spartire, dal presidente del Consiglio Comunale di Genova Carmelo Cassibba, al presidente del Consiglio Regionale Stefano Balleari, da Alberto Pandolfo del Pd a Gianni Crivello, ex assessore alla Protezione civile della giunta del sindaco Marco Doria.
    La targa è il frutto di un ordine del giorno e di una mozione approvati dal Consiglio Regionale della Liguria e dal Consiglio Comunale di Genova .
    "Oggi, per volontà del Consiglio Comunale che rappresento e presiedo, abbiamo consegnato una targa commemorativa per festeggiare i 200 anni di questo storico quotidiano - ha detto Cassibba - Un segno tangibile di riconoscenza verso una delle testate giornalistiche più longeve d'Italia, che ha dato voce alla nostra città con impegno, indipendenza e dedizione. In due secoli il Corriere Mercantile ha saputo raccontare una Genova in continuo mutamento, dando voce ai suoi cittadini, immortalando i momenti di splendore così come quelli più complessi, e contribuendo in maniera indelebile a formare la memoria storica e culturale della nostra comunità - continua Cassibba - ricordandoci che il giornalismo non è solo informazione, ma è anche cultura, servizio pubblico e, soprattutto, un atto di amore verso la comunità che serve".

   «Il giusto riconoscimento ad una testata storica fra le più longeve in Italia», ha commentato il presidente del Consiglio Regionale della Liguria Stefano Balleari, primo firmatario dell’ordine del giorno in Consiglio Regionale che, nel marzo 2023, impegnava il Comune di Genova a valutare la possibilità di affiggere una targa commemorativa là dove sorgeva l’ultima sede del Corriere Mercantile. «Un gesto doveroso – prosegue Balleari – che sarà da monito alle nuove generazioni per ricordare ciò che è stato il “Mercantile”: un giornale comunitario che faceva dell’etica e della deontologia giornalistica dei valori imprescindibili. Una targa che andrebbe dedicata anche alla memoria di Mimmo Angeli, finito sotto scorta per adempiere al suo dovere di giornalista e rimasto alla guida della cooperativa costituita ad hoc che è stata proprietaria del giornale fino alla definitiva chiusura. Un caso più unico che raro, che meritava un riconoscimento».

Nella sede del Municipio la parte più bella della giornata, a tratti commovente, l'abbraccio di tanti ex soci della Coop non più giovani e belli come allora, ma più che mai uniti, forse più di allora, come una famiglia che si ritrova il giorno di Natale, perchè il tempo sa diluire e appianare anche differenze e spigoli, ex colleghi della stessa famiglia che hanno potuto rivedersi, riconoscersi, "ma sei tu?", come ai ritrovi dei compagni scuola. A completare l'operazione nostalgia foto della vita di redazione in bianco e nero che i fotografi Zeggio e Beppe Borrone (assente, si è scoperto dopo, perchè ignaro dell'evento) sviluppavano e stamapavano nella sala scura, e alcune copie del giornalie, esposte come cimeli.

Fra i presenti tanti i giornalisti, fra professionisti e storici collaboratori, che citiamo in ordine sparso sperando di non dimenticarne, Andrea Bagorda, Alberto Pastanella, Marzia Fontana, Roberta Gallo, Marcello Cusato, Alessandra Pieracci, Furio Fossati, Tommaso Fregatti, Matteo Indice, Pietro Roth, Matteo Gerboni, Anna Parodi, Diego Curcio, Sandra Monetti, Michele Varì, Michele Giordano, Furio Fossati, Lelio Alfonso, Paolo De Totero, Matteo Angeli, Edo Bozano, i fotografi Luciano e Paolino Zeggio, e poi il presidente dell'ordine dei giornalisti della Liguria e dell'Associazione giornalisti ligure Filippo Paganini e Matteo Dell'Antico. Molti anche i poligrafici, l'altra parte della cooperativa, il "proto", il loro capo, Floriano Pancera, Cesare Baldini, Bacceghin, Bizzarri, Campolo, Ottonello, il correttore Doro e il tecnico dei computer Camillo Pestarino, quello che ogni volta il pc si bloccava risolveva tutto con "spegni e riaccendi", e quasi sempre aveva ragione lui.

Fra gli invitati Riccardo Speciale, ex segretario regionale Agis (l'Associazione generale italiana dello spettacolo) a cui sono affiliati i professionisti degli spettacoli, che ha ricordato la mitica ultima pagina del Mercantile dedicata a cinema e teatri dove ogni trama dei film proiettati a Genova aveva i pallini che crescevano con il gradimento dei critici cinematografici, il mitico Claudio G.Fava, e anche il grande Furio Fossati, che facevano le ore piccole nelle sale e poi in redazione per consigliare ai genovesi quali film vedere e perchè valeva la pena di pagare il biglietto per vederli.

Altri tempi, come ha raccontato Speciale, quando in Liguria c'erano 800 cinema, il centro di Genova aveva tante sale che sembrava Broadway. Pancera il proto ha poi ricordato i sacrifici fatti dai soci agli albori della cooperativa, il cronista architetto Michele Giordano ha narrato quando un panettiere si presentò al giornale ancora pieno di farina con una mazzetta di banconote per corromperlo ed evitare la pubblicazione della notizia del ritrovamento nel suo negozio di una esca per topi, tentativo, inutile dirlo, vano; il grande fotografo Luciano Zeggio ha rammentato quella volta che grazie alle conoscenze del direttore Angeli salì a bordo di un aereo per scattare le foto ad un traghetto che aveva preso fuoco in mezzo al mare, "pensavo scherzasse e invece mi ritrovai su un piccolo aereo a fare foto in mezzo al mare,  il giorno dopo fummo gli unici ad avere splendide immagini dall'alto".
Il Mercantile era anche questo e oggi Genova se l'è ricordata, anche se a tempo ampiamente scaduto.