Saracinesche abbassate per uno dei localli che hanno fatto la storia di Genova. Il Bar Lino di piazza Alimonda nel quartiere genovese della Foce, ha chiuso tristemente i battenti. Una storia affascinante quella del Bar Lino inizialmente una latteria e poi lanciato alla grande da Lino Cairoli, che negli anni Sessanta in poco tempo lo fece diventare un punto di riferimento per i suoi aperitivi e cocktail, specialmente tra i barman che lavoravano sulle navi transatlantiche come la Michelangelo e la Raffaello. E proprio Lino veniva da quelle esperienze. Tra i cocktail più popolari c'era il "Special", una variante più aromatica del Negroni che utilizzava il Biancosarti al posto del gin.
E' stato tra i primi bar a Genova a lanciare l'aperitivo e tra i primissimi a servire piattini di pastasciutta e patatine fritte oltre alla tradizionali arachidi e olive. Per decenni vedersi da Lino era un must anche quando la concorrenza ha iniziato ad essere agguerrita e soprattutto numerosa.
La situazione è poi precipitata negli ultimi anni quando è passato di gestione in gestione fino all'ultima che è stata quella che ha nesso la parola fine ad una storia decennale. "Un peccato che tutto sia finito così raccontano alcuni clienti davanti alle saracinesche abbassate - ma immaginavamo che sarebbe finita così, vedevamo troppi segnali negativi. Chi lo gestiva non ha proprio legato con in quartiere.
Il Bar Lino era anche noto per essere un punto di ritrovo storico per i tifosi del Genoa che poi li hanno messo anche la sede del Club Alimonda.
Aperitivi e locali storici Genova
Il bar Lino ha sicuramente fatto la storia dei locali di Genova. Dagli anni Cinquanta in poi la nostra città era tutta un fiorire di locali all'avanguardia e con delle proposte innovative.
Un altro personaggio mitico è stato Alberto Devoto che con i suoi locali rha appresentato un’epoca irripetibile per Genova e per la cultura del bere e della socialità. Con l’apertura dello Shaker in via Cesarea, Devoto segnò il primo passo verso una vera rivoluzione del concetto di bar, un luogo che diventava molto più di un semplice punto di ritrovo: un punto di riferimento culturale e sociale. A seguire, con La Passoire in piazza Rossetti e soprattutto con il Mixing Glass in piazza Leopardi ad Albaro, Devoto consacrò la sua visione. Il Mixing Glass non era un semplice american bar, era un luogo iconico, dove si incontrava “la Genova che contava”. Ma soprattutto era la capitale del jazz nella città, grazie anche ai rapporti di Devoto con grandi musicisti, tra cui Romano Mussolini, il figlio del Duce che aveva scelto la musica al posto della politica. Nel locale si esibirono i più grandi artisti internazionali, rendendo il Mixing Glass un simbolo di raffinatezza e cultura musicale. Non era solo un bar, era una parte viva dell’identità cittadina.
E poi come non dimenticare il Bar Ratti di pizza Palermo o il Bar degli Apertivi di via Ippolito d'aste che proponeva un cocktail inedito il Cavo, una variante del Negroni, e i primi fritti come frisceu e patatine.
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La chiusura, avvenuta dieci anni fa, ha segnato non solo la fine di un locale storico, ma la chiusura di un capitolo fondamentale della vita sociale genovese. Al suo posto, oggi, c’è una banca, simbolo di un cambiamento epocale che non riguarda solo Genova, ma tutta l’Italia, dove tanti locali storici stanno scomparendo, sopraffatti dai tempi che cambiano e dalle mode che si rincorrono.
Tuttavia, alcuni luoghi dovrebbero rimanere intoccabili, custodi di un passato che merita di essere preservato. Non si tratta solo di nostalgia, ma di difendere le radici culturali e sociali di una città, quei posti che hanno segnato un’epoca e che, per chi li ha vissuti, resteranno per sempre insostituibili.
IL COMMENTO
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