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Un gruppo di 60 negozianti critica il provvedimento del Comune
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di Elisabetta Biancalani
Una via pedonale con dei negozi Il centro storico di Sestri Levante

La polemica avrebbe il sapore tipicamente estivo, quello dei vari divieti che scattano nella bella stagione, se non fosse che siamo ancora a febbraio. A Sestri Levante il Comune ha deciso di revocare, a partire dal 31 marzo di quest'anno, tutte le occupazioni di suolo pubblico delle attività commerciali del centro storico, quindi gli espositori esterni dei negozi, che ci sono sempre stati. Almeno così denunciano i commercianti della zona, che minacciano un ricorso al Tar se le loro ragioni non verranno accolte, se non si arriverà ad una mediazione. Così spiegano in un comunicato.

Carugio senza espositori esterni, scatta la rivolta

"Vogliamo portare all'attenzione della stampa, dei cittadini e dei turisti che vivono Sestri Levante, il nuovo Regolamento (del quale siamo venuti a conoscenza in maniera del tutto casuale), approvato dal Consiglio Comunale in data 16/12/2024, che revoca, a partire dal 31 marzo 2025, tutte le occupazioni del suolo pubblico (già autorizzate e per le quali gli esercenti versano regolare indennizzo) e che obbligherà le attività commerciali del centro storico a non poter più esporre la merce all'esterno delle proprie attività. La raccolta, contro tale decisione, di oltre 60 firme degli esercenti della zona, testimonia che quello comunicato in consiglio comunale dalle associazioni di categoria (Ascom Sestri Levante, CIV I Carruggi di Sestri Levante, Confesercenti, Sestri Levante In, Federalberghi e Liguria Together) vale a dire : “I commercianti della zona sono informati e d'accordo sul regolamento”, non corrisponde alla verità.

"Negata ogni trattativa"

"Le associazioni non hanno mai comunicato nulla né ai propri associati né ai commercianti della zona. Abbiamo quindi chiesto un incontro con l'Amministrazione Comunale e, dopo 2 colloqui con il Sindaco Francesco Solinas, l'Assessore al Commercio Giuseppe Ianni e il Vice Sindaco Sandro Muzio, a cui hanno presenziato anche i consiglieri di maggioranza Claudio Muzio, Luca Balotta, Albino Armanino e Gian Paolo Benedetti, nonostante la nostra totale disponibilità a collaborare per individuare una soluzione volta alla riqualifica del decoro urbano, ci è stata negata ogni tipo di trattativa. L'Amministrazione Comunale, per sua stessa ammissione, ha dichiarato di essere consapevole che questo provvedimento andrà a “penalizzare alcune attività commerciali”. Non capiamo come la stessa Amministrazione possa considerare alcune attività “sacrificabili” in virtù di un “esperimento” che è stato approvato senza alcun fondamento tangibile. Non è stato fatto infatti, come confermato dalla stessa Amministrazione Comunale, alcun studio di fattibilità, né alcuna ricerca di mercato, fondamentali per avallare una decisione così drastica per l'economia delle attività commerciali coinvolte.

Si spera in un intervento dell'Ascom di Genova

Ci chiediamo come non si possa minimamente tener conto delle forti difficoltà che sta attraversando il commercio al dettaglio in questo periodo e, inoltre, come si possano bandire le esposizioni esterne delle merci, in un centro turistico di una tipica città di mare come quello di Sestri Levante. Abbiamo chiesto il supporto anche di Ascom Genova e confidiamo in una loro pronta risposta. Invitiamo il Sindaco, l'Assessore al Commercio, tutta la Giunta ed il Consiglio comunale a rivedere il regolamento, confidando in una sospensione del provvedimento, utile ad affrontare serenamente l’imminente stagione estiva, col fine di definire, dopo un’attenta analisi congiunta, un criterio proficuo che possa incontrare sia le esigenze della Pubblica Amministrazione sia quelle dei commercianti. Ribadiamo la nostra totale disponibilità a trovare un accordo per rendere più bello e ordinato il nostro centro storico, ma crediamo che la decisione impostaci dall’amministrazione comunale sia del tutto inefficace, oltre che dannosa per il commercio locale. In assenza della sospensione di tale regolamento, saremo costretti a ricorrere al TAR per bloccare questa ingiustizia ed evitare la rovina o, ancor peggio, la chiusura, delle attività commerciali colpite da questo scellerato provvedimento".