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Un attacco informatico condotto dal gruppo hacker filorusso Noname057 ha colpito nella notte tra il 20 e il 21 febbraio il sito web dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, che gestisce i porti di Genova, Pra', Savona e Vado Ligure. Gli hacker hanno rivendicato l'azione come una risposta alle recenti dichiarazioni del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che aveva paragonato la Russia al Terzo Reich durante un discorso all'Università di Marsiglia.
L'attacco fa parte di una campagna più ampia avviata il 17 febbraio, mirata a colpire istituzioni e aziende italiane attraverso attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), una tecnica che sovraccarica i server con un alto volume di richieste, rendendoli inaccessibili. Oltre ai porti liguri, sono stati colpiti anche altri scali come Ravenna e Civitavecchia, così come importanti enti come l'azienda Leonardo e la Banca d'Italia
"Gli attacchi hacker portato stanotte al sito dell'autorità portuale genovese sono stato tutti concentrati sul porto di Genova e sono stati particolarmente raffinati. E questo ci ha preoccupato molto" spiega il direttore generale di Liguria Digitale Enrico Castanini che stanotte ha affrontato assieme alla sezione di cyber security l'ennesimo attacco.
"Gli attacchi che abbiamo subito fino a ora - spiega Castanini - sono stati tutti attacchi di tipo DDos ovvero a saturazione. Ci ha preoccupato la maggiore raffinatezza di questi attacchi che pure sono abbastanza comuni. la differenza stavolta e' che hanno avuto un'astuzia in più. Hanno continuato a spararci addosso da alcuni siti italiani anche se hanno firmato gli hacker russi. Questo ha comportato un maggior livello difesa che si e' dovuto adeguare - spiega Castanini - Abbiamo applicato il protocollo e abbiamo eliminato tutti i siti esteri. A questo punto ci siamo accorti Che gli attacchi arrivavano da siti italiani. Così siamo passati da una difesa di massa a una difesa chirurgica eliminando uno per uno tutti i siti italiani. Scavando, abbiamo capito che erano identificati regolarmente come indirizzi intranet venduti da un sito inglese, cosa questa che e' proibita e questa è una cosa preoccupante. Adesso conosciamo anche questo modus operandi.. abbiamo avvisato subito la polizia postale che ha già avviato una indagine".
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IL COMMENTO
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