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"Un anno fa quando siamo entrati abbiamo trovato una situazione degli impianti disastrosa. Abbiamo fatto diverse attività sui diversi siti e abbiamo recuperato i livelli produttivi e tutti i ritardi in termini di ordini che avevamo accumulato. Ancora non riusciamo a soddisfare tutte le richieste perché abbiamo una produzione inferiore alle potenzialità, siamo circa al 70%. Cosi il direttore generale di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria Maurizio Saitta a margine del tavolo che si è svolto in Regione Liguria sul futuro dell'ex Ilva e degli stabilimenti di Cornigliano, Novi Liguri e Racconigi.
Al vertice hanno partecipato oltre a Saitta anche il consigliere delegato allo Sviluppo economico e all’Industria Alessio Piana, l’assessore alla Logistica e alle Infrastrutture Strategiche di Regione Piemonte Enrico Bussalino e l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Genova Mario Mascia. Collegato in videoconferenza il presidente di Regione Liguria Marco Bucci.
Le offerte arrivate dai gruppi interessati
Il futuro dell'acciaieria è al centro delle discussioni tra commissari e governo. Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha annunciato che in settimana si dovrebbe arrivare all'individuazione dell'investitore pronto a subentrare nella gestione dell'ex Ilva. Diverse le offerte arrivate: si aggira intorno a miliardo di euro la proposta della cordata azera composta da Baku Steel Company e Azerbaijan Investment Company che sarebbe ancora in vantaggio. Anche gli indiani di Jindal Steel International dovrebbero aver ritoccato al rialzo la proposta in extremis. Mentre al contrario del fondo americano Bedrock non avrebbe rilanciato dopo la riapertura dei termini.
Il futuro dell'ex Ilva di Genova tra banda stagnata e ipotesi forno elettrico
Saitta ha fatto il punto sulle diverse situazioni: "Abbiamo privilegiato l'ipotesi del pacchetto unico perché i diversi impianti vivono bene nel tutto. Ricordiamo che siamo in una situazione transitoria e lo sviluppo degli impianti dipenderà da quale sarà il progetto di sviluppo dell'investitore privato. Sulle aree di Cornigliano possiamo dire che se servivano prima potranno servire anche domani. Non bisogna affrontare il tema nell'ottica di come ridurle ma di come sfruttarle al meglio".
Altro tema affrontato riguarda la produzione di banda stagnata che rappresenta un punto cardine dello stabilimento di Genova. "Si tratta di un mercato particolare - spiega Saitta - c'è tanta richiesta e pochi fornitori. Si tratta sicuramente degli impianti dove si è investito di più. C'è un progetto in corso per il rilancio di questa produzione. Ovviamente saranno i nuovi investitori a stabilire il tutto nel piano industriale. Ipotesi forno elettrico a Genova? Tutto è possibile, dipenderà dalle scelte degli acquirenti" conclude Saitta.
Piana (Regione Liguria): "Genova ancora strategica nella produzione dell'acciaio"
Il consigliere delegato allo Sviluppo economico e all’Industria Piana ha spiegato: "Ieri c'è stato un confronto tra i commissari sull'aumento dell'offerte presentate, c'è anche una discussione interna per capire quale sarà la presenza dello Stato nel futuro assetto societario. Genova deve rimanere centrale, dobbiamo far parte di quello che sarà l'asset. Vogliamo mantenere il sito produttivo in città e siamo certi che sarà Genova sarà ancora strategica nella produzione dell'acciaio".
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IL COMMENTO
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