
Vivibilità, lavoro, qualità e innovazione. Sono i punti cardinali con cui è stato approvato dalla giunta comunale, su proposta del facente funzioni sindaco Pietro Piciocchi e dell’assessore al Commercio Paola Bordilli, il Piano commerciale comunale.
Cosa prevede il Piano commerciale comunale
Nell’ambito della normativa regionale sul Commercio (Legge regionale 2 gennaio 2007 - Nuova programmazione in sede fissa dopo le liberalizzazioni), il Piano prevede alcune novità che saranno applicate a tutte le operazioni commerciali soggette al rilascio di nuova autorizzazione (strutture di vendita individuate dalla L.R. 1/2007).
"Il Piano è frutto di un profondo lavoro di ascolto del territorio, delle istanze delle associazioni di categoria, dei bisogni dei cittadini, tenendo conto delle attuali normative in tema di commercio e di liberalizzazioni su cui il Comune può intervenire da un punto di vista delle autorizzazioni nel rispetto della tutela della concorrenza e della qualità della vita dei quartieri, in ottica di servizi ai cittadini – dichiara il facente funzioni sindaco Piciocchi – è stato fatto un grande lavoro che parte dall’analisi dei quartieri, della presenza di attività commerciali che costituiscono il naturale e storico presidio del territorio in chiave di servizi al cittadino e di socialità. In base alla fotografia dell’esistente, il Piano mette regole precise per il rilascio delle autorizzazioni che tengano conto del tessuto commerciale, della qualità dei posti di lavoro che creano e dei servizi di quartiere, anche in ottica di miglioramento della qualità della vita".
"Zonizzazione" e "perimetrati"
Il Piano tiene conto di una "zonizzazione" del territorio comunale su cui vengono individuati e perimetrati (secondo la legge regionale sul Commercio): oltre ai centri storici, i centri storici urbani (in cui è presente e attiva una rete commerciale prevalentemente costituita da esercizi di vicinato), i centri storici commerciali (dove è stata prioritariamente considerata la presenza di una significativa rete commerciale di esercizi di vicinato, a cui viene riconosciuto il ruolo aggregativo e di servizio in particolare nei quartieri) e una fascia di tutela di un massimo di 1 km lineare attorno ai centri storici urbani (una zona cuscinetto in cui possono essere insediati esclusivamente esercizi di vicinato e medie strutture di vendita con superficie netta di vendita non superiore a 1.000 mq).
Parcheggi per lo shopping
"Dal 2018, assieme agli uffici che ringrazio, abbiamo iniziato a esplorare nuovi strumenti di pianificazione commerciale come le intese, ora estese a tutti i centri storici – spiega l’assessore al Commercio Bordilli – La chiave di volta del Piano è rappresentata dal riconoscimento del valore delle attività commerciali esistenti nei tanti centri della Genova policentrica in un mix di parametri che daranno punti fermi nel governo, da parte dell’amministrazione comunale, delle politiche commerciali sul territorio perché si trasformino in un reale volano per il commercio, per l’occupazione, per i servizi pubblici, a partire da parcheggi a servizio di una più efficace fruizione dei centri di via. Vivibilità, intesa come alto livello della qualità della vita nei quartieri, lavoro, sia con effetti di consolidamento e stabilità delle realtà esistenti, sia come occasione per la creazione di nuove opportunità, e qualità e innovazione sono gli obiettivi che hanno guidato questo lavoro svolto assieme al sistema camerale e agli stakeholders. Con l’introduzione dei centri storici commerciali abbiamo effettuato una perimetrazione, con annessa zona cuscinetto, per estendere alcuni paletti a tutela del piccolo commercio anche fuori dai centri storici già coperti dalla normativa. Inoltre, le opere accessorie, individuate come indispensabili per il rilascio delle autorizzazioni, tengono anche conto delle caratteristiche dei diversi tessuti urbani della città. Infine, tra le novità di cui sono particolarmente soddisfatta, c’è l’introduzione per la Gdo di adottare un quartiere collinare, un’istanza emersa con forza durante Quartieri in giunta, ad esempio, a Ca’ Nova e Oregina dove mancano i presidi di commercio di vicinato e dalle associazioni dei consumatori oppure parametri legati alle assunzioni di lavoro condivisi con le organizzazioni sindacali".
Limiti massimi di metrature di vendita
Per ogni zona individuata sono indicati e aggiornati i limiti massimi di metrature sulla superficie netta di vendita: nei centri storici urbani e centri storici commerciali sono previsti i limiti in vigore nei centri storici in cui è già attiva l’Intesa e pertanto, in tutti, per gli esercizi di vicinato il limite massimo è di 100 mq per alimentari e 150 per non alimentari, mentre per le medie strutture di vendita di 250 per il food e 600 per i non alimentari.
Nella fascia cuscinetto, novità introdotta dal Piano, per gli esercizi di vicinato food e non food vale il limite di 250 mq di superficie netta di vendita, mentre è fissato a mille mq il limite per le medie strutture di vendita. Per il rilascio di autorizzazioni relative a medie e grandi strutture di vendita, è introdotto l’obbligo di attivazione di programmi di recupero e distribuzione delle eccedenze e invenduto: per tutte le categorie merceologiche è richiesta l’installazione di stazioni di ricarica veicoli e autoveicoli elettrici. Inoltre, per il rilascio di autorizzazioni relative a grandi strutture di vendita di generi alimentari, scatta l’obbligatorietà di adozione di un quartiere collinare, nell'ambito del territorio limitrofo all'insediamento commerciale, per il mantenimento dei servizi di prossimità mediante forme di vendita organizzate in sede fissa o su mezzo ambulante per la distribuzione di generi di prima necessità.
Il sistema di punteggio per l'autorizzazione
Altra novità introdotta dal piano è il sistema di punteggio con cui vengono individuati parametri qualitativi per il rilascio dell’autorizzazione. I parametri riguardano sia la conduzione aziendale (in particolare le ricadute occupazionali) e i servizi accessori per il quartiere. Nella richiesta di autorizzazione sarà tenuto conto di un punteggio su: parametri occupazionali (assunzioni tempo indeterminato e tempo pieno da liste dei Cpi, esodati, lavoratori usciti dal ciclo produttivo per chiusura o delocalizzazione, assunzioni a tempo determinato con durata minima di 12 mesi); adozione di un quartiere collinare con l’insediamento o il mantenimento di un servizio di prossimità con forme di vendita in sede fissa o ambulante. Tra le prestazioni strutturali accessorie sono stabiliti punteggi a fini autorizzativi su: parcheggi pertinenziali delle attività commerciali a disposizione del quartiere dopo l’orario di chiusura, aree cani, aree sport aperte alla pubblica fruizione, interventi di miglioria urbana, abbattimento barriere architettoniche, nuova illuminazione integrativa a quella pubblica, videosorveglianza, totem informativi anche per la promozione delle attività locali svolte dai Civ, rinnovo dell’arredo urbano con installazioni innovative (ricariche usb), depositi per biciclette e gestione di punti raccolta ecovan. Il Piano sarà portato all’esame della commissione consiliare competente e successivamente in consiglio comunale.
Confesercenti: "Bene estensione limiti alla grande distribuzione, ora maggiore coinvolgimento delle associazioni"
Massimiliano Spigno, presidente di Confesercenti Genova, commenta così il piano commerciale comunale varato oggi dalla giunta: «Giudichiamo favorevolmente l'estensione dei limiti alla grande distribuzione, non essendoci oggettivamente più spazio in questa città, per cui ribadiamo anche una richiesta di moratoria per nuovi insediamenti di questo tipo. È un buon punto di partenza, ora auspichiamo un maggiore coinvolgimento delle associazioni di categoria nella programmazione urbanistico-commerciale, ritenendo di poter contribuire con riflessioni e stimoli utili ad affrontare la complessità del tessuto cittadino».
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IL COMMENTO
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