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di Tiziana Oberti
La basilica e piazza San Pietro con il colonnato del Bernini

Continuare la 'rivoluzione' di Francesco o fermarla? Ma non solo questo. Il nuovo Papa sarà un riformatore o un mediatore tradizionalista? L'eredità lasciata da papa Francesco è sicuramente importante ma lo sono anche i nodi irrisolti e i diversi dossier spinosi ancora aperti senza poter dimenticare l'incertezza degli equilibri che stiamo vivendo. E la scelta del nome di certo rappresenterà l'indirizzo della Chiesa di domani.

Il Conclave

Il Conclave, che inizierà il 7 maggio, deciderà non semplicemente il nuovo Papa, ma con lui il nuovo volto della Chiesa: tra i cosiddetti papabili il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, rappresenterebbe la stabilità, mentre nomi come il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, o Jean Marc Aveline o Luis Antonio Tagle, pro-prefetto per l’evangelizzazione, incarnano l'idea di una Chiesa più inclusiva. L’ipotesi di un Pontefice giovane – come il 60enne Pierbattista Pizzaballa – potrebbe segnare una svolta. Tuttavia, la preferenza per figure anziane, emersa negli ultimi conclavi, resta un fattore che sembra determinante anche in questo caso.

A prescindere da chi sarà il nuovo Pontefice si troverà ad affrontare una Chiesa divisa tra continuità riformista e pressioni conservatrici con diversi nodi irrisolti e in gioco ci sarà la credibilità della Chiesa del XXII secolo. L'obiettivo è quello di trovare una nuova guida che possa mantenere l'attenzione agli ultimi che ha segnato il pontificato di Bergoglio cercando però di ricomporre anche alcune frizioni.

Pace e diplomazia

La mediazione in Ucraina e la crisi mediorientale rappresentano terreni delicati. Matteo Zuppi, già inviato di Francesco a Kiev, e Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, sono considerati figure-chiave per portare avanti queste missioni. Il nuovo Papa dovrà inoltre gestire i rapporti con le potenze globali, dalla Cina agli Stati Uniti, in un contesto geopolitico instabile.

Riforme interne e sinodalità

Il processo sinodale avviato da Bergoglio, che promuove una Chiesa più partecipativa, necessita però di concretezza o se si preferisce di realizzabilità. Il ruolo delle donne, per esempio, ma anche la trasparenza finanziaria e il contrasto agli abusi sono temi centrali.

Sfide ambientali

Il nuovo pontefice dovrebbe proseguire nell'applicazione concreta dell'enciclica 'Laudato si'', aggiornando le sfide climatiche con interventi normativi e politiche globali con politiche attive nella transizione ecologica e nella difesa dei popoli indigeni. La priorità rimane la protezione della "casa comune" attraverso dialogo scientifico, etica ambientale e responsabilità intergenerazionale.

Sfide demografiche e geopolitiche

Al centro dell'opera del nuovo Papa ci sarà la gestione della crescita esponenziale del cattolicesimo in Africa (250 milioni di fedeli, +0,32% annuo) e del declino nelle aree tradizionalmente cattoliche con una secolarizzazione galoppante in Europa. Prioritario sarà il dialogo con le giovani generazioni.

Questioni etiche e sociali

Al centro l'approccio ad aborto, eutanasia, bioetica e diritti LGBTQ+, con la necessità di mediare tra posizioni progressiste e conservatrici all'interno del Collegio Cardinalizio. 

Crisi migratoria e povertà

Mantenimento dell'impegno a favore dei migranti e dei poveri, tema centrale nel pontificato di Francesco. La priorità dovrebbe restare una "Chiesa povera per i poveri", con azioni strutturali e spirituali contro le disuguaglianze. L'Africa, con le sue emergenze umanitarie, richiederà particolare attenzione.

Relazioni interreligiose

Rafforzamento del dialogo con l'Islam e le altre confessioni cristiane, in un contesto globale segnato da tensioni e nazionalismi religiosi.

Abusi sessuali

Implementazione delle normative di protezione dei minori e trasparenza nella gestione degli scandali, con particolare riguardo alle Chiese locali dove persistono resistenze culturali.

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