Prendi le montagne innevate che incorniciano Trento, prendi la Capitaneria di porto di Santa Margherita e la somma si chiama Camilla Sartori, comandante Camilla Sartori, numero uno della Guardia costiera da cui dipende tutta la zona tra Portofino e Moneglia. Un centinaio malcontati i marinai ai suoi ordini. Ma che cosa c’entra Trento con questo lavoro? “Quando ero bambina vedevo sempre le foto di mio nonno che aveva fatto la guerra in Marina, poi ho sempre amato gli sport acquatici ed eccomi qui” racconta con orgoglio, nonostante gli appena 31 anni di età. E’ pure sposata, ma il marito vive a Trento “dicono che durino di più le relazioni a distanza” scherza. Smalto solo colore naturale, orecchini minuscoli e niente trucco, queste le piccole rinunce alla femminilità che chiede il corpo militare a cui appartiene “ma non importa. E sia chiaro che per me non esiste più una discriminazione, neppure in questo lavoro, nei confronti delle femmine” ci tiene a precisare.
Qualche km di auto, un po’ più in là nell’entroterra della Valfontanabuona, ed ecco un’altra donna “inconsueta”: Patrizia Federigi che “prima mettevo sempre scarpe con il tacco, lavoravo come impiegata, oggi ho scelto gli stivali, niente smalto e trucco, ma tanta passione per il mio lavoro, per la stalla che sono riuscita a costruire con fatica, era un mio sogno, e oggi tratto le mie mucche come figlie”. A Cichero di San Colombano Certenoli, forcone alla mano sposta il fieno “e qui ormai se ne produce poco per colpa dei cinghiali e dei daini”, e accumula nei silos le granaglie per gli animali “perché dopo lo scoppio della guerra in Ucraina in una sola settimana il prezzo è schizzato del 40%, per fortuna che ho fatto la scorta. Per non parlare del caro energia “oltre il 70 per cento in più per stalla, frighi, sala mungitura. Per prendere un caffè devo vendere tre litri di latte, fate voi. Servono aiuti”.
IL COMMENTO
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