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di Matteo Angeli

Per la prima volta una nave umanitaria, invece di procedere verso la destinazione indicata, ha deciso di cambiare strada per rispondere a un'altra richiesta d'aiuto. Su eventuali sanzioni deciderà il prefetto di La Spezia dove questa nave dovrebbe arrivare nella giornata di sabato.

Comune della Spezia, Capitaneria di Porto, Prefettura, Caritas e Croce Rossa hanno già messo in moto le rispettive macchine organizzative. Si stanno muovendo anche decine e decine di volontari pronti a dare il loro contributo senza pensare alle polemiche e alle solite battaglie politiche. Già perché sullo sbarco dei migranti salvati dalle acque del Mediterraneo continua il braccio di ferro tra Governo e Ong innescato dal decreto approvato alla fine del 2022 che prevede sanzioni e sequestri per le navi che violano il nuovo codice.

Il decreto legge firmato dal ministro Matteo Piantedosi dispone che “il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità” venga “raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso”.

Dopo le polemiche sull'assegnazione di porti di città governate dal centrosinistra alle navi ong, il Viminale ha indicato La Spezia, amministrata dal centrodestra.

"Ma va li' solo per una questione di rotazione dei porti", ha tenuto a precisare il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Che ha aggiunto: “Il naufragio e il salvataggio sono qualcosa di occasionale non di ricerca sistematica che induce alle partenze. La presenza delle ong, guarda caso, fa ripartire i gommoni, non le barche strutturate. Questo è il dato fattuale che registriamo".

Non ne fa assolutamente una questione politica il sindaco di La Spezia Pierluigi Peracchini che si sta muovendo per accogliere al meglio chi scenderà della nave ma senza nascondere la sua preoccupazione.

"La situazione è molto complicata, non siamo attrezzati - ha detto a Primocanale -  Si tratta di un'operazione complicata e drammatica, stiamo cercando di capire ma non è semplice. O facciamo accampamenti oppure non si riesce, c'è molto freddo e diventerebbe una situazione disumana. Non abbiamo neanche le strutture ospedaliere per accoglierli e curarli, a La Spezia abbiamo solo un nosocomio. Non siamo in grado, non abbiamo il tempo per farlo”.

La città si sta insomma preparando alla migliore accoglienza mentre continua il teatrino della politica e il braccio di ferro con le Ong. Niente di nuovo. Purtroppo.