Secondo Edoardo Garrone alcuni media si starebbero comportando in modo “irresponsabile”: l’ex presidente della Sampdoria, travolto in queste ore da una contestazione generale della tifoseria blucerchiata, ha provato ad allontanare da sé le responsabilità per la tensione irrefrenabile che è sfociata, nelle ultime ore, anche in un episodio pericoloso e preoccupante, il proiettile a salve fatto recapitare a Corte Lambruschini. I tifosi più accesi, quelli capaci persino di trascendere, sarebbero dunque aizzati da una stampa ostile che soffia sul fuoco delle polemiche.
Non sappiamo a chi stesse pensando Edoardo Garrone quando ha scelto quelle parole per interpretare il momentaccio, ma possiamo certamente concludere che incolpare la stampa, o gli “odiatori da social”, del disastro economico e sportivo che sta uccidendo una della più importanti società di calcio d’Italia sia riduttivo e ingiusto.
I giornalisti, noi compresi, in questi giorni concitati si sono limitati a mettere in fila una serie di fatti inoppugnabili che si sono succeduti nel corso degli ultimi 8 anni, iniziati dalla famigerata cessione della Sampdoria dai Garrone a Massimo Ferrero, l’uomo “che ha superato tutti i filtri e che si è presentato con la discrezione che piace alla mia famiglia”.
Hanno poi ricordato alcuni momenti particolarmente significativi, come le dichiarazioni rilasciate dello stesso Garrone a margine della manifestazione dei tifosi doriani in piazza Leo, nel giugno del 2019, e la sera stessa a Primocanale: in quell’occasione l’ex presidente disse che Ferrero era “un cialtrone, buffone insopportabile, ignorante della storia della Sampdoria” (RIGUARDA), poi strappò facili applausi dicendo che a Genova era un’altra la società invendibile perché piena di debiti (il riferimento era al Genoa che poi, nei fatti, è passato di mano). Infine promise: “Prima che la Sampdoria muoia – e non morirà – io farò di tutto, tutto quello che è nelle mie possibilità" (LEGGI QUI). E’ stata forse la stampa a prendere simili impegni?
Sembra quasi che negli ultimi giorni Garrone stia provando a colpire per evitare di essere colpito, evidentemente è mal consigliato e non è dunque in grado di disinnescare le obiezioni: c’è l'attacco ai giornalisti, certo, ma soprattutto l’incomprensibile affondo contro Marco Lanna e il Consiglio di amministrazione della Sampdoria, responsabili, secondo lui, di non avere avallato l’operazione proposta dal finanziere Alessandro Barnaba. E pazienza se, per farlo, i componenti del Cda avrebbero dovuto violare le leggi dello Stato.
Che cosa significa, nel pensiero di Garrone, fare tutto il possibile per evitare la morte della Sampdoria? Perché nel giugno del 2019 si diceva sicuro che la società non sarebbe scomparsa? E ancora, cosa significa questa frase: “Non ho dimenticato le mie parole di quell’11 giugno 2019 e l’atmosfera e le circostanze che hanno portato a quel momento”?
Che cosa ha realmente fatto Garrone per cercare di sanare la situazione gravissima della società? Ha appoggiato prima il gruppo Vialli e poi Barnaba senza avere successo, questo lo sappiamo. E sappiamo che la colpa di questo insuccesso è da attribuire alla mancanza di volontà di Ferrero di cedere. Quello stesso Ferrero che oggi ha il potere di dire no e trascinare la Sampdoria nel baratro proprio perché Garrone otto anni fa gliela regalò. Questo è abbastanza?
Edoardo Garrone in più circostanze ha ricordato che la cessione fu realizzata su pressione della sua famiglia: noi stessi abbiamo riconosciuto che l’ex presidente fu costretto a mettere la faccia su un’operazione che probabilmente aveva subito e la cui paternità va cercata altrove, magari nel fratello Alessandro, sempre così distante dal mondo del calcio. Ma questo non basta ad emendarne le colpe.
L’avvocato Romei, quello che lo stesso Garrone ha descritto come il trait d’union tra lui e Ferrero, intratteneva rapporti con la sua famiglia e la stessa figura del nuovo proprietario non era difficile da interpretare: una bancarotta fraudolenta appena patteggiata, nessuna esperienza nel mondo del calcio, zero capitali da investire. Dire che questa persona “ha passato tutti i filtri” è qualcosa di inverosimile, è come se Garrone si fosse definito “alto e biondo”. E’ tutto questo intrico di dichiarazioni astruse e fatti drammatici che spinge i tifosi a prendersela con i Garrone, non la stampa cattiva che li aizza.
Non troverete nessun giornalista che sia disposto a giustificare un comportamento criminale, come inviare buste contenenti proiettili e minacce: ma la funzione costituzionalmente protetta dei giornalisti è quella di informare la pubblica opinione utilizzando i fatti, ricostruendoli e interpretandoli senza pregiudizi. Ed è quello che tutti abbiamo cercato di fare.
La famiglia Garrone deve riflettere sulle cose, sulle proprie responsabilità e deve agire di conseguenza. Se un padre getta il figlioletto nella vasca dello squalo è il padre ad essere il responsabile, non lo squalo. Se in questa storia il figlioletto è la Sampdoria, chi è il padre e chi lo squalo?
IL COMMENTO
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