Toccatemi tutto ma non la Sopraelevata. Fin da quando ho memoria il ritorno dalle vacanze, estive o invernali che fossero, è sempre stato addolcito da quel "Casa dolce casa" che si può provare a Genova in un unico colpo d'occhio soltanto dalla Sopraelevata... la prima a salutare è la Lanterna, che svetta sulle crociere dei traghetti dei fortunati in partenza per le vacanze per me invece già finite. Poi lo sguardo corre sui palazzi: ed ecco le splendide ville di Di Negro, Villa del Principe, Palazzo Reale. Viste da questa prospettiva non c'è drone o gita in barca che possano restituire la stessa visuale. Ed ecco che forse il limite dei 60 km/h è stato messo per chi, come me, rapito da tanta bellezza indugia un po' troppo con lo sguardo su ciò che lo circonda anziché sulla strada. Ma come si fa, del resto? Sotto di noi scorre il panorama, la Commenda di Pré, il sottomarino a pelo d'acqua, il Galeone. E poi i tetti del centro storico che fanno da cornice a quella meraviglia di Palazzo San Giorgio, il grattacielo Piacentini che mi ricorda che domani sarò al lavoro a Primocanale. E vi siete mai soffermati a guardare la bellezza del Porto Antico? Non c'è Bigo che tenga... senza poi contare la comodità di trovarsi in pochi minuti in quello che sarà lo splendido Waterfront di Levante e Corso Italia.
Mi sembra già di sentire la voce del mio direttore, Matteo Cantile, spezzino doc che spesso ripete: "Soltanto voi genovesi potevate pensare di tagliare un pezzo di Palazzo Reale per poter costruire la Sopraelevata". In realtà, è proprio così.
"Nell'Ottocento che non c'erano ancora le macchine e quindi non serviva a niente hanno tirato su un bel muraglione là dove oggi si ergono maestosi i piloni di acciaio 'color blu polizia di stato', uno dopo l'altro, uno affianco all'altro, in un'ipnotica successione che celebra la gloria della Genova siderurgica" (da "Palanche - guida semiseria ai luoghi di Genova"). Alla fine Ottocento invece era così, una terrazza in marmo bianco di Carrara che, una volta saliti dopo una ripida scalinata a Caricamento, offriva una vista spettacolare. Lunga 410 metri, correva da Palazzo San Giorgio alla Darsena. Ma anche nell'Ottocento un'altra "giunta" dopo 40 anni decise di abbatterla per allargare la ferrovia. Il progetto non andò poi in porto, un secolo dopo o quasi si costruì quello che per qualcuno è un errore, ma per i tanti genovesi è un luogo intriso di ricordi, oltre a far parte del nostro Dna, una separazione tra il centro città e il suo porto che storicamente è sempre esistita. Porto che oggi si spalanca tra i piloni colorati dalla street art.
Ecco perché ai sondaggi di Primocanale-Tecné centinaia hanno risposto, commentando via Instagram, Facebook, Telegram, mail e WhatsApp e chiedendo a gran voce di non abbattere la sopraelevata. Sì, molti anche tra coloro che sono favorevoli alla costruzione del tunnel subportuale. E non è soltanto un tema legato alla viabilità: basta un incidente per mandare in paralisi tutto il traffico cittadino, per cui oggi la sopraelevata, anche con la costruzione di un tunnel sotto il porto, servirebbe come alternativa, limitando il traffico su tutte le direttrici. Di questo Primocanale ne è convinto, avendo documentato più volte come un piccolo incidente basti a mandare in tilt tutta la città. Senza contare che molti "temono" un tunnel sotto il livello del mare, seppur sia più un fattore psicologico...
Sondaggio Tecné per Primocanale, tunnel Subportuale e sopraelevata: il parere dei genovesi - I DATI
Ma immaginiamo per un istante, soltanto per un istante, che la viabilità genovese trovi altre strade e che la strada Aldo Moro possa tornare ad essere come una Terrazza nell'Ottocento. Del resto, se periodicamente qualcuno prova a percorrerla a piedi, un motivo ci sarà. E allora pensate che bello renderla una passeggiata "sopraelevata", una ciclopedonale con vista sulla città, una terrazza d'acciaio e non più di marmo, nel segno di una città che cambia con il tempo. Un po' come se fossero le nostre 'mura', di una Genova che si disvela poco a poco, carruggio dopo carruggio. So che a questo punto c'è chi storce il naso, dicendo: "Ma non pensi a quei palazzi, con vista sulle auto e sul gigante di cemento?". E io rispondo, come sempre, facendo notare come svettino al di là della Sopraelevata palazzi molto più alti, che comunque ostruirebbero la vista mare. E la riqualificazione di una zona non passa, soltanto, attraverso la demolizione o meno di quella che per ora resta un collegamento essenziale. E che domani, chissà, magari potrebbe essere un'attrazione turistica...