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di Matteo Angeli

In Italia sono quasi ventimila gli anziani che hanno vissuto per almeno un secolo. Un numero alto al punto che le statistiche dicono che centenari non sono mai stati così tanti. Sono per l'esattezza 19.714, di cui 16.427 donne (l'83%) e 3.287 uomini. Un dato arrivato quasi a raddoppiare rispetto a quello registrato nel 2009. Secondo gli esperti, la crescita della popolazione di "quinta età" dovrebbe continuare anche in futuro.

La Liguria si inserisce tra le regioni d'Italia con il più alto rapporto tra popolazione di 100 anni o più e popolazione residente (3 per 100mila), solo Molise e Valle d'Aosta superano la nostra regione, che si assesta al terzo posto insieme a Friuli e Abruzzo. A Genova oggi vivono 413 centenari che hanno assistito a guerre mondiali, all'elezione di tutti e dodici i presidenti della Repubblica e sono sopravvissuti anche al Covid. Secondo i dati dell'Istat, durante la pandemia, nella fascia di età dei centenari non si è registrata una crescita dei decessi. Probabilmente la resistenza è una delle caratteristiche di questa categoria di persone arrivate a vivere per più di un secolo e ad aiutare potrebbe essere stato anche vivere in ambienti protetti e isolati, solo il 12% di loro vive in una rsa.

I numeri della Liguria e di Genova in particolare confermano che, vuoi per il clima o vuoi per la vicinanza con il mare, da noi si vive bene. Il sondaggio che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi (LEGGI QUI) racconta di una città ideale per gli anziani ma sappiamo tutti che c'è da fare ancora molto. Sanità, trasporti e servizi sono settori che devono funzionare meglio. Troppo spesso gli anziani devono fare i conti con la povertà, con l’isolamento sociale, con la difficoltà ad accedere alle cure. Rischiano di morire da soli o peggio, in alcuni casi, chiusi in RSA, magari contro la loro volontà. C'è chi li aiuta pur non essendo familiari e mi ha colpito molto l'iniziativa di Sant'Egidio che mette a disposizione dei giovani che vanno a fare i nipoti di vecchietti soli. Magnifica idea.

Il numero di persone che entrano a far parte della "quinta età" aumenta con il passare degli anni. C'è chi pensa che sia un costo per la comunità chi invece un patrimonio immenso. Noi siamo per la seconda perché i nostri anziani devono essere felici di esserlo, devono essere orgogliosi delle loro rughe e devono poter raccontare il loro passato. Ma ci deve qualcuno qualcuno pronto ad ascoltarli. Questo il vero problema.