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di Mario Paternostro

 

Quante volte ci siamo sentiti chiedere da un amico magari milanese: “Ma a Genova si vive bene?”. Beh, rispondo che sì. “Si vive bene….é tranquilla. Sobria. Tranquilla”, cioè non c’è il caos di Milano. Lo dico io che ho passato da tempo i 70 anni e a Genova vivo benissimo. Quindi se mi facessero la domanda dei sondaggisti risponderei che si vive bene, io ci vivo bene a oltre 70 anni. I miei figli alla fine hanno scelto di stare a Genova. Molti , invece, sono scappati. Anche a Milano o all’estero. Londra magari, ma anche New York e da qualche anno Singapore.
“Perché tu a Milano come vivi?” ribatto. Lui risponde che “per lavorare è l’ideale”. Vivere e lavorare certo. Ma il resto? Intendo il passeggiare, camminare per le strade, guardare ecco: guardare intorno che cosa c’è?

Milano è Milano, cribbio! Tutto funziona perfettamente, forse. Non ci sono buche per strada, non spuntano insalate giganti sui marciapiedi. “C'é il mondo qui…” continua l’amico di Milano. Ma noi abbiamo un porto strategico e un porto è il mondo. O no?
“Penso che a Genova si viva molto bene…” aggiunge poi il meneghino. Così mi sento in obbligo di intervenire: “Dai, a Milano avete tutto! Locali, ristoranti, ospedali dove migrano tanti pazienti anche dalla Liguria. E’ divertente di notte. I giovani ci stanno bene. C’è la moda….”.

“Ah sicuro! Poi vai dove vuoi. Intendo che dal nostro aeroporto partono aerei per tutto il mondo…Insomma siamo collegatissimi”.
Qui ho qualche difficoltà a ribattere: l’altro ieri per uscire da Genova ho impiegato più di un’ora tra Manin e il casello di Sampierdarena per colpa di un autobotte che aveva seminato nafta sullo svincolo. Finalmente entrato in autostrada sono rimasto prigioniero di un’ infinita coda di Tir.
Così cerco di salvarmi quando l’amico dichiara che ormai venire a Genova è un incubo per colpa delle autostrade, delle gallerie ingorgate di lavori in corso.

“Beh, quando ci sarà il supertreno allora…da Genova a Milano in 55 minuti”.
“Che bello! Verrò a cena a Santa Margherita, a Cavi Borgo, a Moneglia!” si esalta il milanese.
“Già col treno velocetto…” e mi scappa quel “velocetto” che ho usato ironicamente tante volte quando in trasmissione nel 2003 dibattevamo sul percorso di questo miracolo ferroviario. Che però non si è ancora avverato.
Però se non devo muovermi Genova è una città ideale. Nella pandemia quanti sono fuggiti da Milano a Genova? Tanti. Smart working vista Boccadasse!


Dai, é un incanto. Si vede sempre il mare….” Abbozza l’amico lombardo che ha casa in riviera.
“Sì si vede, Da casa mia lo vedo. Ha ragione il sindaco Bucci che l’altra sera in tv ha detto che scendere le “creuse” che dal Righi precipitano in centro è una continua sorpresa. A un tratto, tra le case a schiera si apre la vista sull’acqua. Là, in fondo o tra le navi ormeggiate in porto o sul mare aperto dove una barca veleggia. O calpestando il magico “risseu” della Madonnetta.
“No a Milano non l’avete il barcheggio, ma…”.
“Ma che cosa? C’è vicino il lago, ma non è lo stesso”.
“I bambini. “
“I bambini cosa? Respirano smog…”“Anche a Genova lo smog si sente nelle narici con un traffico ormai caotico”.
“Esci a Milano e magari affondi nella nebbia”.
“Noi usciamo e voliamo. Genova ha riscoperto i venti. Ti sbattono, ma la nebbia non c’è. E’ rarissima. Da noi c’è la “caligo” hai capito. Però i nipoti non so dove portarli a giocare. A Milano avete parchi bellissimi e molto attrezzati. Noi all’Acquasola annaspiamo in un mare di ghiaia dove le carrozzine affondano e per smuoverle devi chiamare il carro-attrezzi”.
“Però da voi ci sono le spiagge. Corso Italia, Nervi. C’è il mare “.

“Il mare con le onde vere, le “creuse” a sorpresa, le montagne subito dietro con i forti, i caruggi, i “frisceu”, Fabrizio, il violino di Paganini, la focaccia con le cipolle che piaceva tanto a Paolo Villaggio pucciata nel caffelatte la mattina”.
“E c’è il pesto nel mortaio col pestello annesso. Che ora naviga anche sul Tamigi, noi genovesi i più inglesi d’Italia per via delle cravatte regimental e basta, come sostiene il mio amico Pippo Marcenaro. Noi con Staglieno monumentale, il Procaccini alla Nunziata lunghissimo da record, i jeans dei “camalli” con le magliette a strisce a farsi pestare dai poliziotti a De Ferrari per cacciare Tambroni nel ’60, a cantare “Marinella”, noi con i Rolli, altro che inospitali, avari, emmu za daetu, e c’è anche l’Esselunga!“.

Chissà dove diavolo sono andati a fare le domande quei sondaggisti che ci hanno sbattuto in fondo alla classifica?”