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L'allarme è stato lanciato da Genova, il primo scalo marittimo d'Italia per traffici e merci movimentate, seguito immediatamente da quello di Trieste
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di Matteo Angeli

L'allarme è stato lanciato da Genova, il primo scalo marittimo d'Italia per traffici e merci movimentate, seguito immediatamente da quello di Trieste e Spezia. I porti italiani rischiano l'isolamento.

“Le principali compagnie di navigazione dirottano naviglio su circumnavigazione dell’Africa - il commento del presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale Mario Sommariva - Questo comporta un allungamento delle rotte e, di conseguenza, un'operatività difficile per il terminal, bisognerà reagire con capacità organizzativa e flessibilità. Le tensioni internazionali, i rapporti tra Stati Uniti e Cina, l’attuale crisi di Suez e il problema della siccità di Panama, ci mette davanti un mondo che affronta problematiche nuove".

Anche il presidente di Assagenti e responsabile Hapag Lloyd Italy Paolo Pessina a Primocanale aveva lanciato l'allarme richiedendo l'intervento militare.

La preoccupazione che i terroristi che stanno tenendo sotto scatto il Mar Rosso e il canale di Suez possa diventare una crisi del commercio globale, sta aumentando. Così come la prolungata siccità che sta colpendo il Canale di Panama modificando rotte e viaggi. Le nuove rotte potrebbero "premiare" gli scali del Nord Europa penalizzando quelli liguri. 

"Il blocco del Canale di Suez significa per noi l’aumento immediato di qualunque cosa venga trasportata via nave, sia per venderla sia per comprarla - le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto  - pensiamo soltanto all’energia, al petrolio, al gas liquido, a qualunque tipo di merce che arriva o parta dall’Italia: rischiamo di trasformare i nostri porti in deserti nelle prossime settimane se il problema rappresentato dai terroristi che stanno attaccando le navi mercantili non verrà fermato". 

COSA VOGLIONO I TERRORISTI - "Il fine delle operazioni navali nel mar Rosso da parte del gruppo sciita degli Houthi (Ansar Allah) è di sostenere il popolo palestinese nell'affrontare l'aggressione e l'assedio di Gaza, e non sono una dimostrazione di forza o una sfida per nessuno” ha affermato il portavoce del gruppo yemenita degli Houthi Abdel Salam. La coalizione formata dagli Usa con lo scopo di proteggere Israele e militarizzare il mare senza alcuna giustificazione, non impedirà allo Yemen di continuare le sue legittime operazioni a sostegno di Gaza".

L'OPERAZIONE MILITARE - Regno Unito, Bahrein, Canada, Francia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles, Spagna e il nostro Paese fanno parte della coalizione che invierà, o ha già inviato, forze armate marittime in quelle zone, nell’operazione definita Prosperity Guardian. Il Governo italiano ha deciso di inviare la fregata Virginio Fasan.

AUMENTO DEI COSTI - Gli attacchi dei ribelli yemeniti nel Mar Rosso stanno facendo salire fortemente i costi delle polizze per assicurare le navi che transitano nell'area, definita zona di guerra dal comitato londinese Jwc. Secondo quanto raccolto da Lloyds' list intelligence, dopo essere raddoppiati la settimana scorsa, i prezzi sono destinati e potrebbero comportare un costo fino a 760mila dollari per ogni viaggio di una petroliera e toccare la soglia di 1 milione di dollari per una maxi portacontainer.
Aumenti che dovrebbero riversarsi sul costo finale per i clienti che noleggiano i container oltre a un allungamento dei tempi inevitabile con la scelta della rotta del capo di Buona Speranza rispetto a quella del canale di Suez.

COSA SUCCEDE NEL CANALE DI PANAMA - Dalla scorsa estate la navigazione nello stretto che taglia il Centro America è complicata dalle conseguenze della siccità costringendo l’Autorità che lo gestisce a contingentare il numero di navi. Così chi deve spedire lungo la l'importante tratta Asia-East Coast Usa è costretto a valutare altre rotte, più lunghe e costose. Un altro problema che inciderà sempre più sui costi.