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Due gli obiettivi della manifestazione: chiedere le dimissioni del presidente ligure e dare il via ufficialmente a una potenziale coalizione tra i partiti di centrosinistra
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GENOVA - C'è chi l'ha definita la piazza del successo e chi quella del flop. Da una parte esulta il campo progressista che ringrazia chi ieri si è recato in De Ferrari, in una delle giornate più calde dell'anno e in un periodo di ferie; dall'altra il centrodestra che, in ordine sparso, minimizza definendo un fallimento il sit-in anti Toti. Numerose le bandiere che sventolavano all'ombra della sede della Regione, a partire da quelle del Partito Democratico, che si univano ai colori bianco e giallo del Mov5s e al rosso-verde di Alleanza Verdi Sinistra. Due gli obiettivi della manifestazione: chiedere le dimissioni del presidente ligure e dare il via ufficialmente a una potenziale coalizione tra i partiti di centrosinistra. Sul palco si sono susseguiti i leader nazionali di M5s, AVS e Pd. Ad aprire gli interventi il presidente pentastellato Giuseppe Conte, a seguire Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, e a chiudere il comizio la segretaria dem Elly Schlein, accolta con un'ovazione.

La richiesta è stata quella, ripetuta come un mantra, di un passo indietro di Giovanni Toti, mentre nella piazza i dirigenti liguri e genovesi dei partiti protagonisti hanno ribadito che al momento la priorità è il programma, e che sarà solo successiva la scelta del candidato. "Una manifestazione andava fatta, anche sui temi dei contenuti e non solo sulle dimissioni - commentava accaldato il deputato del Pd Luca Pastorino -. Siamo in uno scenario ligure dove il buco della sanità esiste e i problemi sono tanti, quindi le opere sono ferme e a prescindere dalla vicenda giudiziaria c'è una preoccupazione collettiva che deve coinvolgere tutti". Il campo largo che parte da Sinistra e arriva potenzialmente al centro di Azione, passando per Pd e Mov5s, non ha però ancora un candidato ufficiale, solo quello in pectore, ovvero il già tre volte ministro Andrea Orlando. Tra i nomi circolati in questi mesi c'è quello di Luca Pastorino che a stretto giro ha ribadito la propria disponibilità, senza risparmiare però una stoccata al suo campo di appartenenza.

"Io posso essere a disposizione ma dico che dovremmo già avere il candidato da più di un mese perché dobbiamo costruire una proposta che utile alla coalizione e che va completata, per la costruzione di un nome in vista delle Regionali, che siano a ottobre di quest'anno, a febbraio dell'anno prossimo o a fine mandato naturale" ha aggiunto Pastorino. Da Luca Pastorino a Luca Pirondini, altro profilo che è circolato nelle scorse settimane come ipotetica candidatura, anche se a Primocanale ha sviato la domanda: "Adesso bisogna lavorare sul contenitore di progetti, presentarlo ai liguri e vedere chi vuole seguire questo percorso. E da qui un candidato che potrà rappresentare e presentare il programma - le parole del senatore del Movimento Cinque Stelle Luca Pirondini -. Quello che è certo è che dobbiamo essere pronti, si devono radunare le persone che credono che la sanità debba essere pubblica, che la legalità deve essere un tema fondamentale, adesso bisogna ripristinare l'immagine di una regione devastata".

Progetto nuovo, futuristico e innovativo: è questo il marchio di fabbrica del futuro secondo Luca Pirondini. Da molti è considerato un "vecchio saggio", non per una questione anagrafica perché il tempo passa per tutti, ma per la sua grande esperienza di sindacalista e politico navigato. "La piazza a cui abbiamo assistito è espressione di una volontà popolare molto diffusa a Genova e in Liguria che chiede le dimissioni di Toti e l'avvio di un processo per arrivare a nuove elezioni, deve essere considerata la cosa più normale anche se non lo è - ha commentato Sergio Cofferati -. Toti dovrebbe capire che sarebbe un gesto positivo anche da parte sua. Si tratta di un danno più consistente verso le istituzioni e lui medesimo". L'ex segretario generale della Cgil capisce la curiosità rispetto al nome del candidato di centrosinistra, ma il volto e il nome devono arrivare alla fine. "Non bisogna avere fretta perché l'obiettivo è partire da una coalizione e un programma" ha spiegato Cofferati.

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