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L'avventura di Andrea Pirlo alla Sampdoria si chiude in poco più di un anno. E - come spesso accade in questi casi - l'allenatore finisce per pagare anche per colpe non sue. Il #Pirloout è stata la tendenza più di moda nelle ultime ore tra i tifosi blucerchiati e, diciamolo chiaramente, dopo le sconfitte con Reggiana e Salernitana era difficile prevedere un finale diverso. Siamo però davvero convinti che tutto il percorso di Pirlo alla Samp sia da buttare? Anzi tutto il personaggio - uno dei più grandi calciatori degli anni 2000 - si é sempre posto bene e con rispetto nei confronti del mondo blucerchiato.

I passaggi a vuoto non sono mancati soprattutto nell'avvio della scorsa stagione, quando la squadra venne allestita in una notte buia e tempestosa dopo un fallimento evitato all'ultima curva, ma Pirlo nello scorso campionato ha avuto il grande merito di tenere unito il gruppo nelle tante difficoltà, raggiungendo sul campo il sesto posto e fallendo (questa la sua vera colpa) la partita di Palermo ai play off.

Qui subentra un'altra valutazione. Ha fatto bene la Sampdoria a sollevare dall'incarico Pirlo ora o forse avrebbe dovuto molto semplicemente non confermarlo in estate, puntando subito su un altro profilo? La sensazione è che - al di là delle dichiarazioni di rito - tra Accardi e Pirlo non sia mai davvero scoppiato l'amore.

Quindi forse sarebbe stato meglio per entrambi lasciarsi subito. Certo il contratto fino al 2025 a favore di Pirlo deve aver avuto il suo peso nella scelta, inutile girarci intorno. E poi veniamo alla stagione appena iniziata, in cui per le aspettative del mercato si era capito subito che ci sarebbe stata meno pazienza col mister bresciano. I risultati non sono arrivati e l'allenatore è saltato, pagando per colpe sue innegabili (per esempio la forzata partenza dal basso insieme a letture e cambi non sempre azzeccati) ma anche per qualche limite messo in mostra da questa Samp che solo teoricamente, ad oggi, può essere considerata una corazzata.

Siamo sicuri che al di là di Tutino e Coda in avanti questa squadra sia davvero costruita per uccidere il campionato? I due portieri Ghidotti e Vismara ad oggi sono suggestive scommesse, Romagnoli fin qui non ha brillato, Akisanmiro ha talento ma è ancora acerbo, Bellemo non sembra aver trovato ancora il passo giusto (ma forse con Yepes si pesta un po' i piedi, e li forse Pirlo c'entra qualcosa), Ioannou è stato un po' alterno finora, di sicuro tra i meno peggio Meulensteen e Veroli.

Ora spetta ad Andrea Sottil dimostrare che questa Sampdoria ha tutte le carte in regola per giocarsi la A. Un allenatore che non è un nome eclatante ma che ha esperienza in B e A per dire la sua, e soprattutto ha davanti a sé quasi un intero campionato per invertire la rotta. In bocca al lupo perché la strada è già in salita.