Verrebbe da chiedere: e perché non l'hanno fatto prima, al di là della rivoluzione istituzionale, provocata dalle elezioni regionali anticipate e dalla “fuga” di assessori e consiglieri da Tursi a via Fieschi.
Il fatto è che con la nomina dei due nuovi assessori, nelle persone di Enrico Costa e di Ferdinando De Fornari, la giunta si rafforza in modo preciso dopo la partenza di uomini come Matteo Campora e non solo.
E' come se nel mercato di gennaio una squadra acquistasse due campioni. Enrico Costa, figlio di Bianca Bozzo Costa, che vuol dire la tradizione più solida e radicata nel sistema genovese della solidarietà, dell'assistenza, dei servizi sociali, è un vero esperto del suo settore. Si schiera nel governo della città sul lato più debole, quello che doveva essere più rafforzato, portando un bagaglio di esperienza, di storia, di disponibilità, che rappresenta una vera iniezione di forza.
E poi è un Costa, che senza voler fare antipatiche classifiche sociali, significa vedere scendere in campo in prima fila come mai era successo in tanti anni e in tante generazioni un rappresentante della famiglia “più famiglia” della città nella squadra di governo. Quello che si è spesso auspicato e mai ottenuto senza per questo muovere rilievi a nessuno.
Ferdinando De Fornari ai Lavori Pubblici significa piazzare in uno dei congegni più delicati dell'amministrazione comunale uno dei più esperti che ci siano sul mercato, l'uomo che è riuscito con i soldi del PNRR a far partire decine e decine di cantieri in città, investendo bene e mettendo in moto una macchina decisiva e complessa.
Sono scelte del vice sindaco reggente Pietro Piciocchi, che con queste decisioni piazza una mossa concreta, che non ha solo un sapore preelettorale e tempo ridotto, perché coinvolge un civico e un tecnico in una sequenza invano inseguita da tempo immemorabile da tante e diverse tra loro amministrazioni pubbliche.
La scelta di De Fornari richiama la mossa di molti e molti anni fa, quando l'allora sindaco Pericu aveva affidato i cantieri e i soldi di Genova, capitale della Cultura, a una squadra di super esperti esterni all'amministrazione, che avevano lavorato come treni, da Carlo Da Molo a Russo.
E quella di Costa richiama il piano ambizioso dello stesso Pericu, che aveva incominciato a lavorare al progetto ambizioso di un Piano Regolatore sociale, insieme all'assessore Alberto Veardo. Un progetto che è sempre rimasto sospeso, nonostante la sua urgenza, che ora è diventata vera emergenza e che l'esperienza del nuovo assessore può sicuramente avvicinare, se non realizzare.
Non è la sola novità che marca il dopo Bucci sindaco nella strategia di Tursi.
L'altra è la capriola nelle priorità della strategia comunale con lo sguardo che gira dalle grandi opere verso la manutenzione e l'interno della città.
Vedremo se questa inversione di marcia si ferma alla mossa, quella si propagandistica della giunta itinerante, o se, invece, entra nel profondo.
Se è vero che Genova sta cambiando, grazie alla spinta di quasi otto anni bucciani con l'apertura di tanti cantieri e la svolta delle nuove visioni e dei tanti progetti buttati sul piatto, è anche vero che la città soffre parecchio nel suo stato di manutenzione, che non sono solo le buche, l'asfalto, ma proprio il disagio delle periferie, il decoro urbano un po' lasciato a se stesso. Basta pensare alla pulizia, al traffico caotico, all'abbandono di molte zone periferiche.
E' stato in parte anche lo scotto delle grandi scommesse sul futuro giocate “in grande” e con auspicati effetti macroeconomici. Mentre il resto soffriva.
Certamente il vice sindaco reggente non può pensare di capovolgere tutto questo nei pochi mesi che ci separano dalle prossime elezioni, oramai quasi fissate tra aprile e giugno. Ma abbiamo anche visto che pure le campagne elettorali lampo sono capaci di raccogliere segnali forti nella scelta delle persone e nella comunicazione dei programmi.
La vittoria lampo di Bucci nelle Regionali lo dimostra in modo lampante. Oramai le battaglie elettorali si vincono e si perdono giocando con molta rapidità queste due partite.
Chissà se l'opposizione, che si sta martoriando sulla scelta del candidato e continuerà a farlo per giorni, se non mesi, lo capisce. Piciocchi le carte ha incominciato a metterle sul tavolo.
IL COMMENTO
La doppia svolta di Piciocchi: città e assessori, si cambia
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