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di Luigi Leone

 

Il segretario regionale della Cisl, Luca Maestripieri, ha disertato il vertice convocato dal governatore ligure Marco Bucci dopo l’ennesima morte in porto. Dice Maestripieri: “Dobbiamo finirla con questa demagogia dei tavoli emergenziali. O si fanno cose concrete e allora la Cisl c’è, oppure si fa solo della teoria, allora la Cisl non c’è”. Un messaggio a Bucci? “Non mi nascondo, sì” è la replica di Maestripieri. Il quale rivela di essere ottimista. Forse perché un po’ conosce il pragmatismo dell’ex sindaco di Genova. Di sicuro perché vale l’osservazione successiva: “Lui e la sua giunta hanno tutto l’interesse ad amministrare bene la Liguria”.

Un maggiore impegno di pragmatismo 

 Tutte parole, quelle del leader della Cisl, che non fanno una grinza. Al punto che il suo invito, nella circostanza limitato al tema drammatico della sicurezza sui posti di lavoro, andrebbe rivolto a tutte le forze politiche su moltissimi altri argomenti. Cito a volo d’uccello, come suole dirsi: la sanità pubblica, i trasporti, lo smaltimento dei rifiuti, i rifornimenti idrici, la strategia industriale, il fisco, il debito statale, la pubblica istruzione. Sono soltanto alcuni esempi. Su questi temi, e su altri non meno rilevanti per la vita quotidiana delle persone, abbondiamo di studi e statistiche, di dibattiti serrati nelle sedi istituzionali e pure (soprattutto) nei talk show televisivi. Ma se si facesse professione di concretezza, come invoca Maestripieri e come in effetti occorrerebbe, bisognerebbe buttare tutto a bagno e ricominciare daccapo. 

Il coraggio di andare oltre

Ecco, il capo ligure della Cisl ha il coraggio di fare proprio questo, sul tema della sicurezza. Io mi arrogo il diritto di andare oltre: quel richiamo non va fatto passare inosservato e bisogna applicarlo su tutto. Nelle stesse ore in cui Maestripieri parlava in una intervista al Secolo XIX, accadeva che il vicepremier Matteo Salvini venisse assolto “perché il fatto non sussiste” sulla vicenda cosiddetta Open Arms. Tre anni di processo, un’infinità di parole e scritti, polemiche interminabili sull’immigrazione, vittimismo del centrodestra, opposizioni all’attacco, Cinque Stelle prima sodali di Salvini e poi fra i principali accusatori, Procura che si è spinta a chiedere sei-anni-sei di carcere per il vicepremier e giudici che lo hanno poi mandato assolto con la formula che più ampia non si può.

Il caso Salvini esempio del bla-bla

Per carità, bisogna attendere le motivazioni. Però non mi stupirei se fra esse comparisse anche una banale osservazione: la legge italiana identifica il reato di sequestro di persona in modo ben diverso da quello perseguito nel caso di Salvini. Eppure, è stata montata una cagnara giudiziaria, politica e mediatica che nel resto del mondo ha lasciato tutti di stucco. Che c’entra ciò con la Cisl ligure? C’entra proprio perché il pragmatismo invocato sulla sicurezza servirebbe anche sul resto. I problemi si enunciano e poi si dibattono. Non uno, dicasi uno, al quale viene trovata una soluzione. Eppure a questo serve la politica. Anzi, dovrebbe servire. Lo so, sono un disco rotto, tuttavia non mi stancherò di ripeterlo finché me ne sarà data la possibilità: stando così le cose, nessuno deve stupirsi se l’esercito degli astensionisti ingrossa sempre di più.

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