La nave sta affondando e si sente suonare l'orchestrina del Titanic. "I ragazzi hanno dato tanto, ora facciamo quadrato. La guida tecnica non cambia. Abbiamo individuato i giocatori per uscire da questa situazione di difficoltà, interverremo sul mercato" alcuni dei passaggi di Matteo Manfredi, presidente della Sampdoria, dopo la sconfitta col Cesena a Marassi che confina ulteriormente i blucerchiati in piena zona retrocessione. Inutile girarci attorno, questo è il momento più difficile della storia dell'Unione Calcio Sampdoria.
I blucerchiati mai in serie C
I blucerchiati non hanno mai giocato nel campionato di Serie C, anzi dal 1946 ad oggi hanno disputato 65 campionati in Serie A. La storia è bene rammentarla, però poi è meglio lasciarla da parte e pensare a un presente che - a livello sportivo - è a dir poco drammatico. Manfredi, l'azionista di riferimento che dal 2023 gestisce il club con Gestio Capital e i suoi investitori, parla di "difficoltà" dopo aver ammesso solo pochi giorni fa di essere "il responsabile del fallimento sportivo" di questa Sampdoria. Il problema è che il tempo passa e - di partita in partita - sembra di rivivere sempre il giorno della marmotta. Manca la lucidità, regna la confusione. Sì, quella "confusione" di cui ha parlato lo stesso Manfredi nei giorni scorsi tirando in ballo i media. Ma la disastrosa Sampdoria di oggi nasce da una confusione di scelte e soprattutto da scelte sbagliate da parte chi si trova nella stanza dei bottoni. Una società che non ha mai davvero messo in discussione il direttore sportivo Pietro Accardi, il principale responsabile degli errori estivi sul mercato e poi degli errori in corso d'opera anche nella gestione di giocatori e allenatori. Una società che continua ad affidarsi ad Accardi anche per un mercato di gennaio ad oggi molto al di sotto delle aspettative.
Necessari rinforzi in difesa
Perché non è ancora arrivato almeno un rinforzo al centro della difesa quando la priorità era quella di sostituire gli infortunati Bereszinsky, Ferrari e Romagnoli? "Abbiamo già presentato le offerte per i difensori, il mercato è difficile" le parole di Manfredi. Si tratta probabilmente di offerte ai giocatori e ai procuratori per gli ingaggi (a proposito Barba sta andando al Sion) e non per le società che ne detengono i cartellini. È ovvio che se si punta a un altro mercato a costo zero, come se fossero ancora in vigore i famosi paletti post accordo di ristrutturazione dei debiti, le operazioni in entrata non possono essere veloci. E però siccome lo stesso Manfredi ha parlato più volte di "solidità" della società e di un "progetto che non si sposta di un centimetro" rispetto all'obiettivo di rilancio del club (quindi il ritorno in Serie A, chissà in quanto tempo), forse ora sarebbe il momento di investire sul serio sul mercato, con scelte mirate per evitare il naufragio e poi ripartire con maggiore convinzione nella prossima stagione.
Il tempo degli alibi è finito
Perché il tempo degli alibi è finito, ora è il momento di dimostrare se questa proprietà è davvero in grado di farsi carico delle necessità di questa società. Perché Manfredi nel giro di un anno e mezzo si è già bruciato buona parte del credito che aveva accumulato con l'operazione che aveva salvato (insieme a Radrizzani) la Sampdoria dal fallimento nel 2023. Ricordando che in quel momento avrebbe potuto comunque intervenire il gruppo Barnaba-Garrone, che probabilmente ora viene anche rimpianto ma che - va ricordato - all'epoca non volle mai davvero sedersi al tavolo di Ferrero (cosa che poi volente o nolente Manfredi ha fatto). Storia vecchia comunque. Tornando alle scelte di gennaio sul mercato, è stupefacente che le faccia ancora Accardi (pur "monitorato" almeno a parole dalla società) dopo i tanti passi falsi compiuti finora. È vero, il ds blucerchiato non ha disposto di enormi risorse in estate (molte di più rispetto all'ex ds Andrea Mancini) ma oggettivamente ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Poi in questo momento manca perfino la lucidità. Perché fare la corsa per arrivare a Beruatto (deludente nella gara col Cesena) quando in rosa c'erano già tre terzini sinistri come Ioannou, Barreca (oggi in regime di taglio) e Giordano, nel frattempo passato al Mantova? Era davvero quella la priorità? Perché poi tagliare i vari Kasami, Borini, lo stesso Barreca, Silvestri e Ravaglia senza ancora trovato i sostituti?
Una strategia fallimentare
Se si vuole fare la guerra sul mercato bisogna avere le spalle larghe e bisogna essere pronti a spendere e rischiare. Siamo sicuri che Niang, che di sicuro ha delle qualità, sia la scelta giusta? Intanto l'ex Milan e Genoa arriva da svincolato e dunque si tratta di un altro parametro zero. Ad oggi ogni tipo di strategia del club - dal continuo cambio di allenatori (Pirlo mandato via troppo presto, Sottil troppo tardi, ora è in difficoltà anche Semplici) sino alla gestione dei calciatori - non ha mai portato ad alcun risultato. La svolta non è mai arrivata. Dunque questa strategia si sta rivelando fallimentare. Il calcio non si fa con le figurine ma mettendo in campo una squadra, un'idea di calcio: cosa che la Sampdoria - ad oggi, siamo a gennaio - non ha mai fatto. L'anno scorso Andrea Mancini fece un buon lavoro da ds andando a pescare calciatori che oggi (soprattutto Stankovic e Sebastiano Esposito) sono protagonisti in Serie A. Non è un mistero che molti di questi ragazzi volessero restare a Genova. Le scelte della società sono state diverse. Tutto legittimo, ma quando cambi devi cambiare in meglio e non in peggio. Accardi ha voluto prendersi la scena portando i suoi uomini, costruendo la propria squadra. È vero, in estate molti commenti erano positivi sul suo operato. Io personalmente critico questo mercato da fine agosto ma non voglio certo sentirmi dire oggi che "avevo ragione". Basta vedere cosa succede in campo. Un fallimento con la F maiuscola. Di cui tutti sono responsabili, ovviamente anche gli allenatori e i calciatori, ma che vede sul banco degli imputati in primis Manfredi e Accardi. Perché le scelte di questa stagione - partita con l'obiettivo del ritorno in A - si sono rivelate sbagliate e la Sampdoria rischia concretamente la Serie C.
Un incubo mai visto prima
"Ho solo risposto a una domanda di un giornalista quando ho parlato di questa categoria. Non siamo nemmeno abituati a pensarla questa situazione" le parole di Manfredi che la Serie C l'aveva citata qualche giorno fa e che farebbe bene a trovare il modo di non diventare il primo presidente a portare i doriani in terza serie. Non tanto per salvare l'investimento e i suoi investitori, mister Tey in primis, ma soprattutto per salvare davvero la Sampdoria e far uscire i suoi tifosi da un incubo mai vissuto prima. I tifosi che sono l'unica vera cosa di Serie A che ha ancora questa Sampdoria, oltre alla sua maglia regolarmente svilita da prestazioni inaccettabili. Ah, quella domanda sulla "categoria diversa da A e B" gliel'aveva fatta il sottoscritto. Una domanda fastidiosa, me ne rendo conto, ma in questo momento non si poteva non farla. Altra postilla: ad oggi ancora non si vede e a quanto pare non si vedrà un nuovo direttore generale che sappia di calcio, in compenso però resta in auge Alessandro Messina che Manfredi definisce "non un consigliere di mercato ma un consulente personale". Il timore fondato è che anche dal consulente (che non è in organigramma) possano arrivare i consigli sbagliati. Ergo, qui nessuno ce l'ha con nessuno (per capirci nessuno tifa contro Accardi o Manfredi) ma la situazione è tragica, tutti teniamo all'Unione Calcio Sampdoria ma chi guida la nave deve iniziare davvero a condurla nella direzione giusta. Una soluzione? Ce ne possono essere tante, per esempio anche valutare un possibile ritorno di Andrea Mancini da Barcellona, magari - con tutto il rispetto per Semplici (ottima persona ma finora anche lui come allenatore sta incidendo poco) - pure il possibile ritorno di Andrea Pirlo che è ancora sotto contratto. Forse si può intervenire anche in altri modi, e qui torniamo a un mercato non fatto solo di prestiti e scambi (a proposito siamo sicuro che il solo Valoti, riserva del Monza, possa risolvere i problemi a centrocampo?) perché adesso i paletti non ci sono più. O i paletti ci sono ancora e non lo sappiamo? In ogni caso è arrivato il momento di cambiare la musica. Perché la nave sta affondando. E l'orchestrina del Titanic è meglio non sentirla.
IL COMMENTO
Sampdoria, la nave affonda e suona l'orchestra del Titanic
Altro che il totonomi, diteci che città volete