C’era una volta una talpa che era partita dalla Cina, dove erano bravissimi a costruirla. L’avevano imbarcata su una nave nel porto di Shangai. Doveva arrivare a Genova dopo un lungo viaggio, mi viene da scrivere come nelle favole vere, cammina, cammina cammina…
Era aspettata con grande ansia nel nostro porto per essere sbarcata e poi trasferita a pezzi, un po’ in cima alla Val Bisagno e un po’ nel cantiere di San Giuliano, dove da tempo una sua sorellina aveva fatto il suo stesso lavoro, scavando il salvifico tunnel del Fereggiano.
Ma questa talpa non arriva mai, tutti l’aspettano, perché il suo lavoro è fondamentale, deve scavare la galleria di 9 metri e quattro di diametro che dal Bisagno, in zona molto alta, sopra Molassana, dopo 9 chilometri e mezzo, sbucherebbe in corso Italia, vicino a San Giuliano.
E’ la galleria più attesa che ci sia, perché, come annunciarono in pompa magna, nel lontano 2020, la ministra Pd Paola De Micheli e il presidente della regione, Giovanni Toti, finalmente si libererà la città dal più grande dei rischi di alluvione, quello appunto causato dal temibile Bisagno.
Che sospiro di sollievo! Quella talpa, che – ripetiamo perché qualcuno potrebbe chiedere ma non potevano prenderla un po’ più vicino?_ sanno costruire così bene solo in Cina, ci salverà dopo tante morti e distruzioni.
Ancora qualche giorno fa guardavamo il Bisagno, gonfio d’acqua, con la paura che uscisse dai suoi argini e provocasse l’ennesimo disastro…
E così aspetta e spera e continua ad aspettare, perché quella talpa non arriva. Dove sarà mai? Il cantiere del Bisagno ha avuto le sue difficoltà giudiziarie e perfino mafiose, ma la talpa non arriva. Non se ne sa più nulla. Il cantiere è lassù, pronto ad accoglierla e tecnici e politici programmano il tempo che impiegherà a scavare la galleria.
Annunciano che nel 2024 sarà tutto finito. Ma intanto la talpa non c’è.
L’avranno sequestrata nel canale di Suez, che non è più un posto tanto tranquillo e magari avranno chiesto un riscatto ai trasportatori? Vi diamo la talpa, in cambio di cinque Tir o magari di qualche bomba, che ai pirati è più utile.
Niente non si sa nulla, il cantiere aspetta e la talpa fa il suo mestiere logico, si nasconde, viaggia di nascosto e chissà dove spunta.
Finalmente, grazie al nuovo presidente della Regione, Marco Bucci, che non è uno che sta li ad aspettare, ecco l’annuncio in una conferenza stampa con la presenza della sottosegretaria Vanna Gava. La talpa è veramente partita e ora si trova ad Alessandria d’Egitto.
Chissà, forse il viaggio è stato troppo lungo e aveva bisogno di riposarsi, magari all’ombra di qualche palma, mettendo i piedi nel Nilo, chissà?
Or siamo qua tutti in attesa del suo fatidico arrivo, a meno che tra Alessandria d’Egitto e il nostro porto non succeda qualcosa, non si può mai dire.
Quello è un posto affascinante pieno di storia e di misteri….. A Genova le hanno già preparato tutto, anche se il Bisagno un ultimo sgarbo lo ha fatto nella super pioggia di lunedì scorso, riempendo tutto il suo alveo, cancellando la sua pista di lancio, sul greto del fiume.
I tecnici sono andati ad avvertire nella zona di Quezzi gli abitanti delle case sotto le quali la talpa farà il suo lavoro molto più vicino alle fondamenta. Tremeranno come a Sestri per il ribaltamento ma stiano tranquilli, la talpa cinese è buona!
Ora la fine dello scavo è pronosticata per la fine del 2026, qualche decennio dopo il 1970, anno dal quale si attende che il Bisagno venga disinnescato, anno di quella tragedia, quando il fiume uccise quarantadue persone, uscendo dagli argini a Borgo Incrociati e invadendo la città.
Sarà attendibile quella data, speriamo di sì, anche perché ora a spingerla c’è un sindecu, anzi un ex sindecu, cu’ cria veramente. Non come prima, che tutti dormivano... E ve la immaginate la talpa con uno che finalmente la scuote sul serio, rintronandole nelle orecchie.
Potrebbe essere una favola per i miei nipotini, quella della talpa cinese che non arriva mai, e poi alla fine trova un vero domatore, ma purtroppo è la realtà genovese di oggi…..
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IL COMMENTO
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