Commenti

3 minuti e 26 secondi di lettura
di Elisabetta Biancalani

I milanesi sulla spiaggia li riconosci subito: arrivano con passo da bersagliere alla prima bava di sole, e si spiaccicano armati di focaccia, in qualsiasi condizione climatica, sulla sabbia. Se poi hanno figli, non ti puoi proprio sbagliare, perché i bimbi indossano gli stivali di gomma per andare in acqua fuori stagione: ma lo avete mai visto un piccolo ligure con gli stivali di gomma in spiaggia? Ma neppure quando piove! Solo per le alluvioni.


Vero è che spesso se la godono più loro, la spiaggia, dei liguri: e anche la vista mare si godono. La casa del ligure di solito ha le persiane semichiuse, perché il sole disturba, scolorisce i mobili, acceca, non gliene frega nulla della vista “il mare è sempre uguale” (cit. marito). Loro invece si godono ogni ombra sull’acqua o nel cielo. Le loro case le riconosci per le persiane spalancate e chissenefrega se il vicino di casa scorge qualche momento di vita domiciliare.

 

Sono alla spiaggia in inverno, è quasi l’ora del tramonto, bellissimo stasera. Chiavari, sono quasi tutti milanesi, e lo sanno, tranne me (e pochi altri) che sono una di quelle persone che, anche se liguri, si godono il mare e i paesaggi e che non si stancheranno mai di stupirsi della bellezza che mi accoglie tutte le mattine guardando laggiù in fondo il dirimpettaio monte di Portofino, con il faro bianco proiettato sull’acqua e la Cervara in mezzo al verde, e Santa Margherita Ligure.

 

Dialogo tra meneghini: “Stiamo ristrutturando la caseeeetta al mare e abbiamo un fabbro al lavoro: gli chiedo spesso se gradisce un caffè o un bicchiere di vino. Un giorno mi ha detto: ma lei non è di qua vero, perché qui nessuno offre mai nulla”. “È vero! - risponde una coLombarda - qui sono fatti così, stanno sulle
loro, non sono cattivi no, ma si credono un po’ i padroni perché ci vivono tutto l’anno. Ma secondo me molti di loro sanno meno cose dei loro posti perché credono di sapere già tutto, invece noi ci informiamo e ci documentiamo”.

 

La risacca del mare mi impedisce di origliare biecamente altre parole, o la morale, se c’e stata una morale in fondo. Del resto parlano con un tono di voce non certo basso, nonostante io sia vicina, evidentemente mi hanno scambiata per una milanese perché, appunto, sono alla spiaggia anche io come loro.


Ma mi fanno riflettere: è vero che i liguri, soprattutto alcuni pubblici esercenti, non sono proprio l’immagine della giovialità. Talvolta mi ritrovo a dire: “Che gentile questo gelataio! Ha persino fatto una battuta alla bambina!”. Oppure: “In quella pizzeria sono gentili!”. Insomma, solo a notarlo... ci siamo capiti.

Non lo dico così per dire perché questo è lo stereotipo del ligure, ma diciamo che rispetto ad altre regioni dove sono stata, l’accoglienza generale del cliente è un po’ piu più tiepidina...
Ma del resto, basta che non sfoci in maleducazione.

Mi piace pensare che questo atteggiamento ligure, è vero, diffidente, derivi da ciò che chiunque può vedere uscendo per pochi km dalle cittadine: le terrazze, e cianne , quelle sulle colline, non solo delle Cinque Terre che sono l’esempio più eclatante e scenografico, ma anche quelle degli entroterra più sfigati.

L’uomo (e la donna) ligure ha sempre strappato alle colline e alle montagne scoscese, metri di sopravvivenza a colpi di vanga, sudore e imprecazioni. A colpi di fatica. Perché la Liguria è stretta. Non è pianura, più facile da coltivare. Affacciatevi dai sentieri sulla costa, se le vertigini ve lo consentono: vedrete che persino a sfiorare il mare si coltivava, che fatica! Per non parlare dell’estrazione di pietra e ardesia, sui monti e poi giù a piedi e di nuovo su e di nuovo giù. Insomma, forse da sorridere c’era meno che altrove, e qualcosa di questo è rimasto.

Poi un giorno si è capito che di terra non si viveva più e oggi si ritrovano ovunque terrazze coperte da rovi e vegetazione. E se così è stato è anche per i turisti, anche per i milanesi che arrivano e che, insieme agli altri tengono vivi bar, ristoranti, alberghi. La bellezza paga. E questo può bastare, con o senza sorriso.