Cronaca

Dopo la pubblicazione delle parole dell'ex ad di di Edizione, holding della famiglia Benetton
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di Tiziana Oberti

GENOVA - In merito alle parole di Gianni Mion ex amministratore delegato di Edizione, holding della famiglia Benetton, consigliere di amministrazione sia di Autostrade per l'Italia che di Atlantia interrogato il 13 luglio 2021 dal pm Terrile pubblicate dal quotidino 'La Verità' (LEGGI QUI) non si sono fatte attendere a Primocanale le reazioni del presidente del comitato ricordo vittime Ponte Morandi Egle Possetti e di Emmanuel Diaz fratello di Henry presente a tutte le udienze.

"Certo che tutti lo sapevano è scritto nero su bianco su un documento dei rischi, sapevano anche tutti del difetto costruttivo, in alcuni casi però in aula di tribunale sembrano cadere dalla luna, sicuramente tenteranno di far credere che non fosse noto, che non ci fossero strumenti per rilevarlo", sottolinea Possetti.

"Gli organismi statali non fecero i controlli, il controllato si controllava da solo, anche questo è noto a chi ha seguito la vicenda, gli azionisti non sono sotto processo ma hanno incassato utili, hanno preso decisioni, l’AD Castellucci scelto dal cosiddetto “Cardinale Richelieu” (Mion) era a quanto pare colui che decideva tutto e non accettava ordini e sicuramente il suo ruolo era di grande potere e responsabilità ma certamente in buona compagnia. Pare che colpevoli della vicenda siano solo alcuni dei nostri partiti ma tra un po' di giorni ci saranno le elezioni. 

Ecco fatti reali verità unite a mezze verità, i responsabili di questa vicenda sono tutti coloro che da 20 anni hanno governato questo paese, che hanno prima scritto ed approvato questa concessione, che hanno confermato ed ampliato, che non hanno mai approfondito nei loro ruoli istituzionali cosa stava avvenendo, giusto dare risalto al fango che via, via sta emergendo nella ricerca della verità, ma non usate ancora una volta questa vicenda per interessi parziali, per battage elettorale di qualche parte, per favore siamo affranti, stanchi ma non chiudiamo gli occhi. Con responsabilità molto diverse in base alle decisioni prese o non prese nel tempo ma purtroppo qui non si salva proprio nessuno".


Netto il commento anche di Emmanuel Diaz: "Tutta questa situazione, che ora abbiamo la possibilità di osservare nel dettaglio, dimostra quanto sia grave la situazione nella quale ci ritroviamo incatenati. Oggi abbiamo la possibilità di osservare nuovamente quello che io ho vissuto in aula e che ci deve portare a richiedere con maggiore forza giustizia. Quello che sta emergendo nel processo più importante dell'era attuale per l'Italia è inaccettabile ma non solo per chi è morto perchè va detto e ricordato che con questa politica messa in atto da loro queste persone (le 43 vittime , ndr) erano state condannate a morte dal 2010 e non lo sapevano. Questo ci dimostra l'incuria presente nel gruppo Benetton e la loro malafede".