Cronaca

Le difese degli imputati valuteranno gli atti dell'accusa, poi la decisione dei giudici
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di Michele Varì

GENOVA -Riprende nel Tribunale a Genova il processo per il crollo di ponte Morandi del 14 agosto 2018 che causò la morte di 43 persone. L'udienza di oggi riprende dopo sette giorni di pausa, il tempo necessario agli avvocati delle difese dei 58 imputati e ai giudici di valutare le documentazioni presentate dai due pm che sostengono l'accusa, Massimo Terrile e Walter Terrile.

La Procura ha infatti defalcato alcuni dei documenti che gli avvocati avevano segnalato come inutilizzabili, come avevano chiesto gli avvocati degli imputati. La decisione su documenti da accettare sarà presa dal collegio giudicante presieduto dal giudice Paolo Lepri.

Nell'ultima udienza ha fatto discutere il fatto che i due magistrati dell'accusa hanno chiesto di ascoltare tra i 176 testimoni citati anche l’ex perito del gip Angela Nutini Bernhard Elsener, italo svizzero considerato il massimo esperto mondiale sulla durabilità delle opere in calcestruzzo e sulla misurazione della corrosione tramite le prove riflettometriche.

Il perito aveva rinunciato all’incarico all’inizio dell’aprile del 2019, dopo che era stata mandata in onda sulla tv svizzera RSI una sua intervista in cui anticipava alcuni risultati della perizia. Elsener aveva spiegato che se Autostrade avesse compiuto su tutti i sostegni l’intervento di rinforzo eseguito su uno soltanto “il ponte sarebbe ancora in piedi”.

Il perito aveva anche sottolineato che “il difetto del Morandi, visto con gli occhi di oggi, è che non ha ridondanza: quando uno degli stralli si rompe, cade il ponte. A causa dei problemi di umidità i cavi si sono assottigliati e si spezzano facilmente. E abbiamo trovato meno cavi integri di quelli che avremmo dovuto trovare”.

Il punto debole del ponte, aveva detto il perito, è che “gli stralli sono solo quattro per pilone” e basta che uno non tenga per far crollare la pila: ”Non c’è possibilità che resti in piedi”. Per Elsener altre possibili concause del crollo non sono importanti: “Rimaniamo con i piedi per terra e non cerchiamo cose fantasiose… Se nel 1993 avessero riparato tutti i piloni, il ponte sarebbe in piedi” aveva detto.

Sulla presenza di Elesner nella lista dei testi del pm c'è stato uno scontro in aula.

Il pm lo aveva inserito nell’elenco dei ‘periti’ e i difensori avevano polemizzato sul fatto che a quell’incarico avesse rinunciato. Il sostituto procuratore Massimo Terrile ha chiarito che la legge non impone una veste specifica per un esame, e così avrebbe potuto sentire il super esperto svizzero come consulente della procura, come testimone qualificato o nella veste di teste semplice. Importante è il fatto che Elesner avesse rinunciato e non era sta ricusato, in questo caso non sarebbe stato possibile convocarlo in aula.

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