Cronaca

Acquisita agli atti durante interrogatorio di un teste di Spea
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di Michele Varì

GENOVA - Colpo di scena nell'udienza di lunedì scorso al processo di ponte Morandi: i giudici hanno acquisito un nuovo documento che entra nel fascicolo del processo. Si tratta di una mail del 2016 nella quale venivano indicate le parole da non usare nei report sui viadotti controllati da Spea (la società controllata di Aspi che si occupava della sorveglianza) e che, secondo l'accusa, dimostrerebbero la prassi di 'edulcorare' il reale stato delle infrastrutture.

La mail era stata spedita dagli imputati Alberto Ascenzi (all'epoca del crollo responsabile dell'ufficio Spea Supporto tecnico alla vigilanza) e Fabio Sanetti (allora responsabile dell'ufficio di Spea Sorveglianza Utsa del Primo tronco) al collega di Firenze Andrea Pancani, ed è stato proprio quest'ultimo lunedì scorso a svelare dell'invito a cancellare parte del messaggio.

Più precisamente nella mail i due dicono a Pancani di eliminare, nelle osservazioni in calce alle relazioni trimestrali, le parole "non ispezionabili", "non accessibili" e "calcestruzzo in distacco".

La mail è stata acquisita agli atti dopo che Pancani ne aveva fatto cenno nel corso del suo esame in aula. Durante l'interrogatorio era emerso che dopo il crollo del Morandi "i nuovi metodi di controllo hanno determinato in media l'innalzamento dei livelli di pericolosità di molte opere". E con le ispezioni di società esterne si è visto come le opere con voti 60 e 70 (quindi con ammaloramenti gravi) sono passati da zero nel 2018 a, rispettivamente, 18 e 4 nel quarto trimestre del 2019.

Il crollo del ponte sul Polcevera avvenuto il 14 agosto 2018 ha provocato la morte di 43 persone: per quella tragedia alla sbarra ci sono 58 imputato fra cui i vertici di Autostrade per l'Italia e Spea, la società di cui fanno parte il tecnico che svelato le pressioni dei due colleghi che gli hanno chiesto di taroccare il report.