Cronaca

Udienza incentrata sulla richiesta del dirigente di Autostrade Vallarino che sarà in aula insieme a Kovatsch di Swiss Re: la società dopo tragedia contestò risarcimento perchè Aspi non aveva svelato dei vizi delle pile inserite fra i rischi dal 2013
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di Michele Varì

GENOVA -All'udienza di oggi, mercoledì 30 maggio, al processo si parlerà del caso dell'assicurazione del Morandi.
Autostrade per l'Italia due anni prima del crollo "annunciato" aveva richiesto e ottenuto alla società svizzera Swiss Re di alzare i massimali del premi per un eventuale crollo del Morandi, una richiesta che agli occhi di quanto è accaduto nel 2018 e da quanto emerso dalle indagini, e anche la scoperta che il viadotto già dal 2013 era inserito fra le strutture a rischio, è apparsa molto sospetta.

Tanto che l'assicurazione subito dopo la tragedia aveva richiesto di sospendere il risarcimento dei danni previsto dalla polizza. Nei giorni scorsi Primocanale ha chiesto ad Autostrade per l'Italia come si è risolto questo contrasto: ma non ci è stata data una risposta.

Di certo i dirigenti di Aspi non potranno non parlare stamane davanti ai pm e giudici.
Fra i testi convocati il rappresentante della Swiss Re Luca Kovatsch e anche Umberto Vallarino, dirigente di Atlantia e Autostrade nell’ambito «Finanza e assicurazione», l'uomo che nel 2016 chiese l'incremento del massimale sul Morandi da 100 a 300 milioni di euro.
Agli inquirenti che gli chiesero quali dirigenti lo aveva indotto a chiedere questo aumento dei massimali, Vallarino disse che era tutta farina del suo sacco, "sono ligure, conosco l'importanza strategica che ha il viadotto non solo per la Liguria ma per l'intera viabilità del nord Italia". Ovviamente gli inquirenti non gli credettero. Vedremo cosà dirà oggi in aula.