GENOVA - È arrivato poco prima delle 7:30 a Genova Pra' Luca Delfino, condannato per l'omicidio di Antonella Multari, la sua ex fidanzata uccisa con 44 coltellate il 10 agosto 2007 a Sanremo. L'uomo è stato trasferito dal carcere della Spezia. Ad accogliere il furgone della polizia penitenziaria alcuni cronisti, il personale della Rems Villa Caterina e gli striscioni dei residenti ancora appesi dal presidio che recitano "No a killer a piede libero".
Genova, ennesima evasione dalla Rems dove sarà trasferito il killer Delfino - LA NOTIZIA
A raccontare i primi momenti del soprannominato killer delle fidanzate, dopo la sua scarcerazione, è stato Paolo Rossi, medico e direttore della Rems, che ha raccontato come per la prima ora e mezza siano stati analizzati gli effetti personali, numerosi vista la sua lunga permanenza in carcere. "Come per tutti, gli abbiamo spiegato le regole da tenere per i primi giorni e abbiamo accompagnato il paziente nella sua stanza". Una stanza singola che gli permetterà di abituarsi gradualmente alla nuova struttura.
"Ci è parso tranquillo ed è stato un ingresso clinicamente normale, nonostante la grande attenzione mediatica, a cui lui è forse abituato"
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Per il personale di Villa Caterina non sono stati giorni facili e racconta come gli altri ospiti, circa una ventina, abbiano risentito del clamore attorno all'istituto. "Abbiamo avuto un paziente che ha cominciato a vedere figure strane e inusuali intorno alla struttura e siamo dovuti intervenire in supporto". Adesso inizierà una nuova fase complicata, quella dell'inserimento di Luca Delfino.
"Delfino non è abituato né a pazienti psichiatrici né comunque a stare in un luogo più sociale, quindi dobbiamo tutelare lui e tutelare gli altri ospiti, affinché possano proseguire le cure"
Per lui si tratta della prima volta in 16 anni e 8 mesi fuori dalle mura di un penitenziario, dato che in questi anni non ha mai avuto un permesso. E lui stesso ha commentato l'ipotesi paventata molti di una sua probabile evasione così: "Ma figuratevi se me ne vado, non so neanche più attraversare la strada". Ad ogni modo sono state incrementate le procedure di sorveglianza nella struttura sanitaria, oltre che alzate le recinzioni - specialmente dopo l'ultima evasione avvenuta una settimana fa da parte di un paziente poi rientrato autonomamente. E al tempo stesso sono state acquistate delle tende oscuranti per tutelare la privacy degli ospiti e limitare i contatti con l'esterno, lamentati dai residenti che abitano a meno di 5 metri.
Il centro offre anche la possibilità di fare attività all'esterno, svolte insieme al servizio di salute mentale di Voltri, ma dovranno eventualmente essere autorizzate dal magistrato. Ad oggi, esistono "un gruppo piscina, un gruppo calcio e la licenza oraria".
"Qui siamo tutti operatori sanitari, psichiatri, psicologi, infermieri. Tutti quanti faremo le nostre valutazioni e tra qualche mese vedremo"
Ad oggi non gli sono mai stati prescritti farmaci: nelle prossime settimane verrà analizzato un percorso di cura, così come la possibilità di ricevere la visita mensile di un familiare. "Ci ha parlato delle problematiche di salute del padre che non consentivano prima di incontrarlo". Il suo legale, invece, Riccardo Lamonaca, potrà incontrarlo sempre in accordo con la struttura ma anche più di una volta al mese.
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