Cronaca

Vincenzo Cinelli: "La verifica non spettava al mio ufficio, le Uit sul territorio mi inviavano regolari report, la priorità del Ministero è sempre stata la sicurezza"
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di Michele Varì

GENOVA -"Le Uit ministeriali, le Unità ispettive territoriali, mi inviavano regolari report, la priorità del Ministero è sempre stata la sicurezza".

Lo ha detto in aula Vincenzo Cinelli (nella foto), ex direttore generale per la Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ora in pensione, rispondendo nelle vesti di imputato al processo Morandi alle domande dei pm Marco Airoldi e Walter Cotugno.

Cinelli, il primo dei dirigenti sotto accusa a essere interrogato per la tragedia del 14 agosto 2018, dopo avere sottolineato che la priorità del ministero è sempre stata la sicurezza ha di fatto assolto il suo ufficio e sé stesso dicendo che lui coordinava il lavoro svolto dalle Uit, le Unità ispettive territoriali, che operava regolarmente con monitoraggi sull'intera rete.

Cinelli ha anche detto che ha scoperto solo dopo il crollo che i tecnici delle Uit non lavoravano sul territorio nazionale in modo omogeneo, "io credevo che gli ingegneri lavorassero tutti come Placido Migliorino recandosi sul posto e verificando di persona le eventuali anomalie, con visite periodiche come prescriva la circolare ministeriale".
Migliorino, già ascoltato al processo in qualità di teste dei pm, è l'ingegnere della Uit di Roma che proprio per la sua affidabilità dopo il tragico crollo del Polcevera è stato poi inviato in qualità di ispettore per mappare il reale degrado del nodo autostradale di Genova, scoprendo così le tante opere ammalorate in modo grave e per questo imponendo l'apertura immediata di una serie di cantieri urgenti che dal 2018, fra chiusure e altre restrizioni, stanno ancora oggi paralizzando la viabilità della Liguria.

Quando il pm gli legge la bozza di relazione che dovrebbe accompagnare la relazione tecnica del Cta scritta dal professor Antonio Brencich, altro imputato, che parla di “stato di degrado impressionante” del ponte Morandi Cinelli ha detto: “Se avessi letto quella relazione avrei chiamato l’universo mondo, era ovvio che capire”.

Ma comunque anche la relazione arrivata al Mit contiene, secondo la tesi della procura, alcuni elementi di preoccupazioni circa la corrosione degli stralli e lo stato del ponte in generale. 

Poi si è parlato del progetto di retrofitting della pila 9 che ha causato il crollo. Cinelli ha detto che la verifica più importante non era a carico degli uffici romani, ma del "Comitato interno al Provveditorato regionale alle opere pubbliche che doveva esprimere il primo parere. Mentre la Divisione 4 della Direzione per il controllo sui concessionari, diversa dalla 1 diretta da un dirigente gerarchicamente subordinato a Cinelli, "valutava solo la completezza della progettazione". Di fatto ancora una volta scaricando sulle responsabilità sugli uffici locali.

L'esame di Cinelli si è concluso intorno alle 17.25 e così l'altro imputato che si voleva ascoltare, Mauro Coletta, altro dirigente del Mit, che però ha avuto incarichi ministeriali importanti per 16 anni e mezzo, è slittato a domani.

Mercoledì invece dovrebbe essere interrogato un altro imputato, Michele Franzese, e si spera anche di iniziare l'esame di quarto imputato, Giovanni Proietti, altro dirigente ministeriale, che però probabilmente rischia di slittare alla prossima udienza, ossia al 2 ottobre visto le udienze della prossima settimana sono state rinviate per il Salone Nautico che come l'anno scorso ha reso complicato agli avvocati trovare un posto letto.

Il lungo esame del primo imputato ascoltato, appunto Cinelli, conferma che gli interrogatori dei 18 indagati che hanno accettato il confronto in aula dureranno molto di più di quanto si prevedeva e si sperava. Non a caso oggi in aula non sono mancate le schermaglie fra gli stessi giudici e i pm sulla necessità di rendere più scarni e incisivi gli esami.