Cronaca

Per la prima volta fuori dalla Rems, l'ex barista è tornato in un'aula perchè vittima di un'aggressione, "ora ho imparato a non essere violento - ha detto - solo così posso sperare di tornare libero"
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di Redazione

GENOVA -E' arrivato in in tribunale a Genova per la sua prima uscita da quando a fine luglio è entrato nella Rems Villa Caterina di Pra' dove dovrà trascorrere 6 anni e mezzo perché giudicato seminfermo di mente e socialmente pericoloso, dopo aver scontato 16 anni e 8 mesi di reclusione per l'omicidio dell'ex fidanzata Antonella Multari. Ma questa volta Luca Delfino non si è seduto nel banco degli imputati ma parte civile in un processo per estorsione aggravate e lesioni che subì da parte di due detenuti mentre nel 2018 era recluso nel carcere di Pontedecimo.

"Sono una persona nuova e cambiata rispetto ad anni fa - ha detto rispondendo alle domande della pm Francesca Rombolà. Poi ha aggiunto: "Sono stanco dopo tanti anni di carcere".

Delfino, assistito dal suo avvocato di sempre Riccardo Lamonaca - ha raccontato in aula delle intimidazioni subita dai due, che gli chiedevano soldi e lo costringevano a comprare per loro generi alimentari, vestiti e tabacco. In un'occasione era stato anche pesantemente aggredito con botte e una maglia stretta al collo. Però lui non ha mai reagito: "A Pontedecimo sapevo - ha raccontato in aula - che se avessi sbagliato sarei stato trasferito, e io non volevo andare via da lì, ero vicino a mamma e papà… Pensavo "se mi comporto bene è utile per la liberazione anticipata. Quindi non volevo reagire, non è giusto rispondere a violenza con violenza. Sono cambiato". Uno dei due detenuti responsabili di intimidazioni e botte è già stato condannato in primo grado a 10 anni per lesioni ed estorsione aggravata, L'altro, per lungo tempo irreperibile, viene processato ora.

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