Cronaca

Alcune decine di lavoratori, dopo un presidio sotto palazzo Tursi, sono saliti nello spazio dedicato al pubblico e hanno chiesto di incontrare i capigruppo
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di Redazione

GENOVA - Caos in aula rossa in consiglio comunale a Genova dove la seduta è stata sospesa per la protesta degli operatori socio educativi (Ose) delle scuole cittadine.

Alcune decine di lavoratori, dopo un presidio sotto palazzo Tursi, sono saliti nello spazio dedicato al pubblico e hanno chiesto di incontrare i capigruppo.

Di fronte al diniego del presidente del consiglio Carmelo Cassibba, che ha ricordato come il regolamento comunale preveda gli incontri solo alla fine della seduta, hanno iniziato a protestare con slogan - "Vogliamo cura" - e striscioni, anche questi vietati dal regolamento dell'aula. Per calmare il pubblico è stato necessario l'intervento di alcuni agenti della polizia locale. Nella seduta dovrebbe essere discussa una richiesta di approfondimento presentata dal Pd.

Gli Ose del Comune di Genova chiedono migliorie contrattuali sia sul fronte economico sia della stabilità. L'assessore al Personale Marta Brusoni ha proposto un incontro con una delegazione sindacale in assessorato venerdì prossimo ma i lavoratori chiedono di essere ascoltati subito.

Dopo mezz'ora di sospensione dei lavori, e dopo che l'assessore alla Sicurezza Sergio Gambino è riuscito a mediare con i manifestanti, è stata affrontata la discussione dell'articolo 55 sul tema. Il problema principale è legato al fatto che gli Ose vengono fatti restare a casa, non retribuiti, dopo il secondo giorno di assenza del bambino con disabilità da loro seguito.

Sul tema dei numeri e della spesa del Comune per il servizio ha fornito alcuni dati l'assessore al Bilancio Pietro Piciocchi: "Nel 2017 la spesa di Tursi per gli Ose era di 3,7 milioni, quest'anno ammontava a 6,1 milioni, quasi raddoppiata, non si venga quindi a dire che vogliamo fare delle economie su un servizio che riteniamo di importanza primaria". Gli Ose impiegati nel 2022 nelle scuole genovesi sono 1395, erano 824 nel 2017. Le ore sono 8500 alla settimana. "C'è un problema di tipo tecnico e giuridico che stiamo cercando di risolvere per migliorare l'organizzazione del lavoro". "Con i tavoli di confronto che apriremo troveremo la soluzione migliore per i lavoratori e per le famiglie", ha concluso l'assessore al Personale Marta Brusoni.