Cronaca

Nel greto rinvenute decine di carcasse di ungulati contagiati, alcuni visti agonizzare prima di accasciarsi. In Liguria mille carcasse positive e 2500 capi abbattuti dagli agenti del nucleo venatorio regionale. Molte predazioni dei piccoli da parte di lupi
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di Michele Varì

GENOVA -Dove non è riuscito l'uomo sta riuscendo la natura: la peste suina arrivata dall'Africa sta sterminando i cinghiali urbani che gravitano da anni nel torrente Bisagno e fatto diminuire in modo sensibile anche gli ungulati presenti nel resto della Liguria. Nelle campagne e nelle vie di città e paesi da oltre un mese scorgere un cinghiale, o intere famiglie di ungulati, ora è meno frequente.

Nel Bisagno i cinghiali erano ovunque, sotto il ponte  di Sant'Agata, alla confluenza con il Fereggiano, a Marassi, o fra i cantieri dello scolmatore a Molassana, adesso da quelle parti le segnalazioni sono quasi sempre di carcasse di cinghiali morti, come quello nella foto.

L'ufficializzazione arriva dai dati dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte e della Liguria: i cinghiali contagiati e uccisi dal virus tra Piemonte e Liguria sono già oltre mille.

Conferma della minore presenza di ungulati in città anche dalla della polizia municipale dove sino a un paio di mesi fa le segnalazioni di ungulati erano quotidiane, ora sono quasi sparite, le ultime sono giunte dalle alture da via Sàlgari, a Pegli, e da via Mogadiscio, in Valbisagno.
     
A decimare i cinghiali contribuisce l'aumento dei lupi, sempre più presenti sulle colline di Genova, che predano i piccoli o gli animali feriti.
E poi c'è l'azione dell'uomo: le  battute di depopolamento organizzate dalla regione hanno permesso di abbattere 836 cinghiali da luglio ad oggi nella sola provincia di Genova mentre gli interventi mirati degli agenti del Nucleo regionale di vigilanza faunistica ambientale nel 2023 hanno consentito di abbattere 2500 cinghiali, 1300 dei quali a Genova e dintorni.

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