GENOVA - "E' un giorno triste" ha solo detto con un filo di voce Silvana Smaniotto, mamma di Nada Cella, all'ingresso al tribunale di Genova.
È cominciata alle 9.30 nella aula 2 al decimo piano di palazzo di giustizia l'udienza preliminare davanti al gip Angela Nutini per il delitto di Nada Cella, la segretaria uccisa il 6 maggio del 1996 nello studio di via Marsala a Chiavari dove lavorava.
Il gip dovrà decidere se rinviare a giudizio Anna Lucia Cecere, unica indagata per il delitto, che secondo il pm Gabriella Dotto avrebbe ucciso per prendere il posto di lavoro di Nada e anche diventare la donna del titolare dello studio, il commercialista Marco Soracco.
La donna, ex insegnante, era stata indagata nel '96 perché indicata da più telefonate e testimonianze come l'autrice dell'omicidio e perché nella sua abitazione erano stati trovati cinque bottoni uguali a quello trovato sporco di sangue sul luogo del delitto.
Ma il pm di allora, Filippo Gebbia, l'aveva poi sbrigativamente archiviata. A riaprire in caso è stata la criminologa Antonella Delfino Pesce che nel 2021 scoperto dei bottoni rinvenuti dai carabinieri, di cui ha poi riferito alla polizia, che ne era alloscuro, il particolare più inquietante di questa cold case lungo 28 anni.
Cecere stamane non è presente a Genova ed è rimasta nella sua casa di Boves, a Cuneo. Ci sono invece, come potenziali parti civili, la sorella maggiore di Nada, Daniela, e la figlia Eleonora della stessa, che somiglia in modo impressionante a Nada. Con loro c'è anche Saverio Pelle, lo zio di Nada, che ha un doppio ruolo, non marginale: come parte civile e come teste che ha rivelato come la nipote prima del delitto le avesse confidato di essere preoccupata per avere visto strani giro di denaro in buste nello studio di Soracco. Questo particolare potrebbe essere utile a svelare il movente del delitto, ancora poco chiaro, che qualcuno dice legato a strani giri di usura, ovviamente negati con fermezza di Soracco. Da chiarire come mai Nada proprio due giorni prima del delitto fosse andata nello studio di sabato, quando l'ufficio era chiuso, ed era stata vista dalla mamma di Soracco mentre prelevava un floppy disc dal computer. Una coincidenza forse collega con l'omicidio: Nada infatti non era ma stata nello studio di sabato e appare molto sospetto che ci sia andata proprio due giorni prima di essere massacrata proprio lì, nel posto di lavoro. Cosa nascondeva Nada? E questo segreto potrebbe essere il motivo per cui Soracco e la la madre avrebbero protetto Cecere?
L'udienza del Gip Nutini è iniziata in camera di consiglio alle 9.30, con il primo intervento del pm Gabriella Dotto, che si preannuncia molto lungo.
Il Gip dovrà decidere anche su altri due indagati di questa inchiesta bis, il commercialista Marco Soracco, titolare dello studio teatro del delitto, e la mamma dello stesso Marisa Bacchioni, 92 anni, che avrebbero favorito Cecere, forse per non fare trapelare alcuni segreti del suo studio di via Marsala. Soracco nega tutto, "sono tutte fantasie".
Aggiornato alle 10.06
IL COMMENTO
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