GENOVA - Rimane in cella nel carcere di Marassi Paolo Emilio Signorini arrestato per l'indagine per corruzione che ha portato agli arresti anche il presidente della Regione Liguria Toti.
L'amministratore delegato (ora sospeso) di Iren ed ex presidente dell'Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure occidentale davanti al Gip Daniela Faggioni per l'interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere.
L'avvocato di Signorini, Enrico Scopesi, all'uscita del carcere ha dribblato i giornalisti e ha al telefono ha detto: "Le carte impongono una lettura attenta che non può essere fatta in carcere. Signorini sta abbastanza bene. Ha detto solo che, in una seconda fase, potrebbe eventualmente parlare con il pubblico ministero. Signorini ritiene di poter fornire una serie di spiegazioni. La priorità è adesso chiarire la misura cautelare e farlo uscire da Marassi".
Sulle condizioni psicofisiche dell'ex presidente dell'Autorità portuale, l'avvocato Scopesi ha ribadito: "È relativamente tranquillo nel contesto della vicenda alluvionale che gli è capitata e rispetto a dove si trova adesso. Gli atti vanno letti e verificati e interpretati, ma vale per tutti i casi, ci sono telefonate di quattro anni fa, estrapolate dai contesti, che vanno valutate".
Per i magistrati titolari dell'indagine Signorini avrebbe ricevuto regali dall'imprenditore del porto Aldo Spinelli in cambio di favori in ambito portuale, doni come 15 mila euro per pagare il matrimonio della figlia, 22 soggiorni a Montecarlo con cene in ristoranti esclusivi, massaggi in camera, posti riservati in spiaggia. Fiches del casinò per un valore di 30 mila euro.
Il prossimo che sarà ascoltato dal giudice sarà il governatore Toti, agli arresti domiciliari nella sua casa di Ameglia, nello Spezzino, che sarà sentito alle due del pomeriggio di venerdì 10 maggio.
Sabato 11 invece davanti al giudice ci saranno Aldo Spinelli e Matteo Cozzani, braccio destro di Toti ed ex sindaco di Portovenere ritenuto legato a clan mafiosi, entrambi ora agli arresti domiciliari.
IL COMMENTO
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