GENOVA - L'indagine per corruzione che ha portato agli arresti domiciliari il governatore della Liguria Toti ha oggi il primo e delicato sviluppo. E' iniziato nel carcere di Genova Marassi l'interrogatorio di garanzia di Paolo Emilio Signorini, arrestato due giorni fa nell'ambito dell'inchiesta per corruzione. La giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni condurrà l'interrogatorio al quale assisterà anche il pm Luca Monteverde. Signorini è assistito dagli avvocati Grazia Volo di Roma e Enrico Scopesi di Genova, quest'ultimo presente all'interrogatorio.
Trapela dal carcere che Signorini è rinchiuso nella sesta sezione in una cella con il femminicida, Salvatore Cannella, il manovale di 58 anni condannato all'ergastolo perchè il 27 luglio scorso aveva ucciso la moglie e coetanea Marzia Bettino, strangolandola con una corda da stendere, nella dependance della loro abitazione in via della Riviera, a San Biagio, in Valpolcevera.
Signorini è difeso dall'avvocato Grazia Volo. A effettuare l'interrogatorio di garanzia sarà il giudice Paola Faggioni che ha firmato le custodie cautelari dai magistrati titolari delle indagini.
Quindici mila euro per pagare il matrimonio della figlia. Ventidue soggiorni a Monte-Carlo, con cene in ristoranti esclusivi, massaggi in camera, posti riservati in spiaggia. Fiches del casinò cambiate in contanti per un valore di 30 mila euro. Per i magistrati titolari delle indagini sono alcuni dei regali che Paolo Emilio Signorini avrebbe ricevuto dall'imprenditore del porto Aldo Spinelli in cambio di favori che avrebbe esercitato quando era presidente dell'autorità portuale di Genova.
A questi si aggiungono ad altri regali che avrebbe ricevuto dal manager Mauro Vianello, responsabile di Ente Bacini, e poi consulente dello stesso amministratore delegato di Iren. Ovvero la multiutility dell'energia di cui cui Signorini era dallo scorso agosto amministratore delegato, e da cui è stato sospeso dal consiglio di amministrazione riunitosi in via straordinaria. Il cda di Iren ha anche sospeso la consulenza di Vianello.
Le intercettazioni dell'inchiesta rivelano che Signorini era talmente ritenuto succube di Spinelli che nell'agosto del 2022 l’armatore Gianluigi Aponte, il patron di Msc fa una telefonata di fuoco all'ora presidente dell'autorità portuale e lo accusa di reggere un sistema mafioso. “Ma che cazzo, adesso basta - urla Aponte a Signorini -, io le dico la cosa va a finire male, perché adesso o mi date questo spazio o sennò veramente vi cito tutti quanti (…). Basta di queste ingiustizie e di questi intrallazzi genovesi che tendono a dare tutto a Spinelli e niente a noi (…) questo è ladrocinio... è veramente mafia... (…) è uno schifo... e tutta la sua organizzazione sotto di lei sono dei corrotti!... Corrotti perché danno sempre... hanno dato tutto a Spinelli, tutto... è indecente...”.
Una telefonata di cui Signorini riferisce a Toti e a Spinelli, il governatore gli risponde che si è trattata di una chiamata sconveniente e suggerisce di prendere tempo, l'ex presidente di Genoa e Livorno avrebbe invece chiamato Aponte rinfacciandogli i vantaggi ottenuti dal precedente presidente dell' Autorità Portuale Luigi Merlo, nominato dal centrosinistra.
Venerdì mattina, domani, a palazzo di giustizia sarà interrogato il presidente della Regione Toti accusato di chiedere contributi economici ad alcuni imprenditori alla vigilia di quattro scadenze elettorali mettendo a disposizione la sua funzione in favore di interessi privati. Per il giudice che ha firmato l'ordinanza c'era il pericolo che Toti commettesse altri reati nelle prossime elezioni.
Sabato altri due interrogatori in tribunale, Aldo Spinelli, per gli inquirenti lo zar del Porto, accusato di aver pagato 74 mila euro a Toti in cambio di favori: nell'abitazione dell'imprenditore sono stati sequestrati in cassaforte 216 mila euro in contanti e 25.000 dollari e sterline, più cinque fucili non denunciati.
Sabato sarà sentito anche il capo di gabinetto di Toti ed ex sindaco di Portovenere Matteo Cozzani che deve rispondere anche dall'aggravante mafiosa del 416 bis per aver commesso il reato di corruzione elettorale al fine di agevolare Cosa Nostra, e in particolare il clan Cammarata del Mandamento di Riesi.
Secondo l’accusa, in occasione delle regionali liguri del 20 e 21 settembre 2020, avrebbero promesso posti di lavoro per far convogliare i voti della comunità riesina di Genova verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente”.
Il legale di Cozzani, l'avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, esclude ogni collegamento con la mafia, "il mio assistito non ha mai avuto contanti con la criminalità organizzata".
IL COMMENTO
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