GENOVA - "Le spiegazioni con cui il Riesame ha lasciato ancora Toti ai domiciliari sono poco razionali e offensive per lo stesso presidente che viene ritenuto non capace di capire cosa è bene e cosa è male".
E' in sintesi quanto ha detto al Primocanale Rinaldo Romanelli, avvocato genovese segretario delle Camere penali, che ha spiegato durante una trasmissione di approfondimento sull'inchiesta sulla corruzione in Liguria: "Leggendo l'ordinanza del tribunale del Riesame ho fatto una considerazione molto semplice: in considerazione della reiterazione del reato, il presupposto della misura, in particolare ora che riesame ha escluso inquinamento delle prove, viene legata strettamente la funzione di presidente della regione al pericolo di reiterazione del reato, perché si dice che Toti svolgendo questa funzione potrebbe mettere in essere condotte come quella contestate.
Faccio considerazioni banali: il presidente della regione se viene a conoscenza che è stato indagato per tre anni dalla direzione distrettuale antimafia e gli vengono contestati così gravi come la corruzione se pensa poi di continuare con le stesse condotte, a prescindere che lui possa pensare che siano lecite o no, il problema non è del giudice ma dello psichiatra".
"E' evidente - prosegue Romanelli - che chiunque si asterrebbe a mettere in atto condotte anche lontanamente assimilabili a quella che gli viene contestata, e aggiungo, quale è l'imprenditore a cui verrebbe in mente di dare un finanziamento al presidente della regione sapendo che cosa c'è dietro e che c'è un'indagine in corso? Non solo: i giudici dicono che il presidente della Regione non è in grado di capire cosa è male e cosa è bene e per questo potrebbe continuare con le stesse condotte, per questo dico che la motivazione è anche offensiva nei confronti di Toti".
IL COMMENTO
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