Cronaca

Cotugno parlerà ancora domani e forse anche giovedì quando chiederà il rinvio a giudizio per i 59 imputati
2 minuti e 17 secondi di lettura
di Au. B.

GENOVA-"Il ponte Morandi era una bomba a orologeria. Si sentiva il tic tac ma non si sapeva quando sarebbe esploso".

La parola passa al pubblico ministero Walter Cotugno. Durante l'udienza preliminare l'accusa ha mostrato in aula il video della Ferrometal, che riprese in diretta il crollo dell'infrastruttura. "Togliamo astrattezza alla discussione - ha detto Cotugno - questo è quello che è successo quel giorno".

Le drammatiche immagini riprese delle telecamere dell'azienda che mostrano il cedimento degli stralli e delle pile del ponte hanno fatto il giro del mondo e sono risultate determinanti per ricostruire e accertare le cause del crollo del Morandi da parte della guardia di Finanza. "E' stata una sensazione terrificante: si vedevano auto e camion sbalzate che volavano nel vuoto, e non era un film di fantascienza ma purtroppo era la realtà..." aveva detto il titolare dell'azienda intervistato da Primocanale.

Ponte Morandi, i titolari della Ferrometal: "Terrificante vedere quelle auto che volano nel vuoto"-L'INTERVISTA

All'inizio Terrile ha sottolineato come Spea, la controllata che si occupava della manutenzione, non avesse indipendenza, la sua dirigenza "era alle dirette dipendenze di Aspi e dell'ex ad Giovanni Castellucci".

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"Un livello tale interferenza che si è continuato a mentire anche dopo il crollo del Polcevera - ha sottolineato il pubblico ministero -. I tecnici hanno continuato a edulcorare i report anche per episodi marginali, come quello di un problema a una pensilina di un casello in A27".

"I vertici - ha continuato il pm - erano consapevoli del rischio crollo, non intervennero accettando il rischio. Nel 2013 viene aumentata la polizza assicurativa, inserendo per il Morandi la specifica voce 'di rischio crollo per ritardata manutenzione'. Si arrivarono a pagare due milioni di euro che sono comunque meno di quanto avrebbero speso per le manutenzioni".

Parole spaventose e difficili da sentire per Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle 43 vittime del crollo (LEGGI QUI): "Quello che ci sta mostrando il pubblico ministero è terribile, la catastrofe c'è stata e loro sapevano che sarebbe potuto succedere. Ancora prima che noi, io e mio fratello, arrivassimo in Italia queste persone stavano agendo per predisporre un crollo. In queste udienze, tutte fondamentali, comprenderemo la verità. Crimini su crimini, non sono non facevano manutenzione, ma anche i budget per controllare le opere della rete autostradale erano da 12 mila euro, cifre irrisorie. Pe runa società che fattura miliardi mi sembra assurdo, è incomprensibile."

Cotugno parlerà ancora domani e forse anche giovedì quando chiederà il rinvio a giudizio per i 59 imputati. Poi per tutto marzo sarà la volta dei difensori. Secondo l'accusa tutti sapevano che il ponte era malato ma nessuno fece nulla per ridurre i costi, in modo da garantire maggiori dividendi ai soci.

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