Cronaca

Gli ultimi otto ragazzi sono stati trasferiti mercoledì 31 luglio. Prima, nel giro di qualche settimana, era toccato ad altri gruppi di giovani stranieri. La decisione di chiudere la struttura era arrivata dopo momenti di tensione tra ospiti e residenti
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GENOVA - Un centro civico, un ufficio anagrafe, una nuova sede per associazioni che lavorano con il territorio. Sono queste le proposte dei residenti di San Desiderio per le due strutture ora sgombere dove fino al 31 luglio vivevano decine di minori stranieri non accompagnati.

Dopo il centro accoglienza di via Rolla a Cornigliano, chiuso definitivamente il 18 giugno. Dopo due anni i gestori della struttura del gruppo Alessi, con grande esperienza in strutture per anziani, hanno deciso di non proseguire l'attività che era diventata poco conveniente e assai delicata visto i tanti incidenti e reati avvenuti nei due piani del centro.

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Gli ultimi otto ragazzi sono stati trasferiti mercoledì 31 luglio. Prima, nel giro di qualche settimana, era toccato ad altri gruppi di giovani stranieri. La decisione di chiudere la struttura era arrivata dopo momenti di tensione tra ospiti e residenti, sfociata poi in un presidio di circa 50 cittadini.

Alla base i tanti reati che verrebbero commessi dai giovani migranti nei confronti soprattutto delle ragazze del posto e a bordo dei bus Amt, "da quando ci sono questi ragazzi a San Desiderio, che era un'oasi, non c'è più pace per il susseguirsi di liti, aggressioni, rapine, molestie. Questi giovani inoltre non rispettano mai gli orari fissati dal Comune, siamo scesi in piazza di sera per dimostrare che alle 22 molti ospiti non erano ancora rientrati come dovrebbero", raccontava il portavoce dei cittadini.

I residenti, oggi, sono soddisfatti: "La struttura è stata chiusa, come eravamo d'accordo con il presidente di municipio Federico Bogliolo e gli assessori Rosso e Gambino. Alla fine ce l'abbiamo fatta. Ha vinto il buon senso, per mesi abbiamo spiegato che nel centro del paese una struttura di accoglienza per minori stranieri non accompagnati fosse un qualcosa di insostenibile e finalmente è stato capito" racconta oggi il portavoce, Giacomo Sciacca.

Adesso però rimane il dubbio su cosa, quella struttura, diventerà: "Il paese ne ha bisogno, ci mancano spazi sociali per le persone che abitano San Desiderio, ci sono due associazioni fondamentali per il territorio che stanno cercando una nuova casa. Serve anche un ufficio anagrafe, servono tante cose  - continua Sciacca -. Le idee ci sono, ora facciamo passare l'estate e nel mentre sentiamo le persone, gli abitanti, e poi speriamo in un'assemblea dove potremo esporle all'Amministrazione".

Dopo due anni "i ragazzi sono stati spostati. Non abbiamo mai voluto mandare via nessuno, anzi, inizialmente abbiamo cercato di comprendere la situazione, anche perché sappiamo del passato spesso turbolento di questi giovani. Il problema è sempre stata la centralità del centro di accoglienza e il numero di ospiti - spiega -. Alla fine in paese ci abitano veramente più o meno 100 persone, parlo di quelli che lavorano e passano le giornate qui. Il numero, che inizialmente era di 50 minori, era troppo alto".