Cronaca

Pistole e carabine a potenza ridotta sono di libera vendita. L'armiera Marta Rossi rassicura: "Non possono provocare danni gravi, noi abbiamo l'obbligo di identificare l'acquirente ma i controlli li fa poi la polizia"
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GENOVA - Un campeggiatore colpito ad una mano di notte in un bosco del parco del Peralto, un'automobilista ferita in pieno giorno in corso Buenos Aires: due casi in pochi giorni a Genova fanno divampare il caso delle armi ad aria compressa che sotto una certa potenza sono di libera vendita. Basta fornire un documento all'armiere e oplà, si può ottenere una pistola o una carabina.


La conferma da Marta Rossi, armiera nello storico negozio di famiglia nel centro storico, città vecchia dove trapela che alcuni abitanti chiede di acquistare un'arma a pallini per sparare ai topi in cantina o per scacciare i gabbiani dal terrazzo. "Questi pallini a potenza ridotta non sono in grado di uccidere nessun animale, noi concediamo solo la vendita solo per sparare nei poligoni dei tiri a segno o in ambito privato, in giardino" risponde Marta Rossi che sottolinea come da quando nel 2001 la comunità europea ha dato il via libera alla vendita delle armi ad aria compressa l'Italia è la nazione che ha deciso le maggiori restrizioni aprendo alla vendita libera solo sotto i 7.5 joule di potenza mentre negli altri Paesi europei i limiti sono più elevati, sino a 11 joule".

L'armiera nega che le richieste di queste armi siano aumentate, "la vendita dopo il boom del 2001 ora è costante, i prezzi? si parte da 90 euro ma per le armi più accattivanti si arriva anche a 400 euro". Marta  Rossi inoltre si dice stupita che esistano dubbi sul ferimento del villeggiante al Peralto, "se il campeggiatore ha visto un lampo e udito degli spari non può essere un'arma ad aria compressa, che quando sparano fanno un sordo "puff", niente a che vedere con i botti degli spari. Inoltre i pallini delle armi ad aria compressa sono morbidi in modo da provocare il minimo danno".

I due ferimenti riportano di attualità le armi ad aria compressa aldilà dei tempi ravvicinati non avrebbero nessun collegamento fra di loro: il primo caso del Peralto è ancora un mistero. Un campeggiatore lettone è stato colpito ad una mano in piena notte, prima aveva sentito delle voci e poi sentito gli spari, per accorgersi poi di essere stato ferito in modo lieve. Il giovane avrebbe anche visto un lampo. Per questo c'è il dubbio che si tratti di un'arma da fuoco.
L'altro caso è avvenuto in corso Buenos Ayres: qui un'automobilista è stata ferita dal parabrezza della sua auto andato in frantumi con due pallini. Gli agenti delle volanti con una rapida indagine balistica e un po' d'esperienza hanno subito intuito dove poteva essere appostato il cecchino, che fra l'altro era ancora sul poggiolo a guardare l'effetto della sua folle bravata. Si tratta di cinquantenne disoccupato in possesso di una carabina ad aria compressa poi sequestrata. "Sparavo ai piccioni" si è difeso. Ma la polizia non gli crede, e comunque nessuna spiegazione ha potuto evitargli una denuncia. 

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