Cronaca

Paolo Bruzzone ha confermato quanto registrato dalle telecamere del consiglio comunale. L'avvocato di due imputati: "Sono stati fraintesi, non sono fascisti, lo stesso giorno applaudirono il discorso sulla commemorazione del giorno della memoria"
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di Michele Varì

GENOVA - Al processo ai tre consiglieri comunali di Cogoleto Valeria Amadei (Fratelli di Italia), Francesco Biamonti (Lega) e Mauro Siri (indipendente di destra), che nel giorno della memoria del 27 gennaio del 2021 votarono il bilancio facendo il saluto fascista di fatto configurando il reato di apologia del fascismo è stato il giorno della deposizione del sindaco.
Il primo cittadino di Cogoleto Paolo Bruzzone stamane davanti al giudice ha sostanzialmente confermato che i tre consiglieri votarono con il saluto romano, non a caso era stato proprio lui a denunciare il fatto.

L'avvocato Fabio Panariello, che difende il Comune di Cogoleto, spiega: "Quella di oggi è stata la seconda udienza dibattimentale dopo che gli imputati hanno rifiutato una definizione alternativa del procedimento e hanno deciso di difendersi. Il sindaco di Cogoleto Paolo Bruzzone, e alcuni consiglieri e la segretaria del comune hanno sostanzialmente confermato la condotta del saluto romano, avvenuto proprio nel giorno della Memoria dedicata alla commemorazione delle entrate in vigore delle leggi razziali fasciste. Il comune di Cogoleto da questo episodio disdicevole ha subito un danno di immagine non indifferente visto che fra l'altro si tratta di un comune che si basa soprattutto sul turismo e sulla Pubblicità positiva. Le immagini che mostrano il fatto sono state acquisite dal giudice e che mostrano in modo incontrovertibile come sia stato effettuato un saluto a braccio teso riconducibile al cosiddetto saluto romano adottato durante il ventennio fascista, un saluto vietato in Italia visto che si configura l'apologia del fascismo già riconosciuta dalla Corte di Cassazione in diversi episodi di saluti romani, i casi come questi in cui sono avvenuti nei consigli comunali sono sporadici, ma anche in questo caso sono già intervenute alcune sentenze in passato riguardanti l'attività di consiglieri e deputati del Movimento Sociale, un reato che fra l'altro se avviene nel giorno della memoria è ancor più una condotta discutibile.

Di diverso avviso è l'avvocato Giacomo Gardella che difende Biamonti e Amadei: "I miei assistiti sono sempre  stati antifascisti, si è trattato di un equivoco, loro votavano sempre così", per questo nei mesi scorsi gli imputati avevano rifiutato di chiudere la vicenda ammettendo il loro comportamento e chiedendo scusa finanziando una gita ad alunni nei campi di sterminio per conto dell'associazione il Treno della memoria.

La posizione più sfumata è quella di Mauro Siri che avrebbe dimostrato dalle registrazioni video delle riunioni del  consiglio di votare sempre così per un problema al braccio.

Amadei e Biamonti per difendersi hanno anche provato a fare causa civile sostenendo di avere ricevuto un danno di immagine. Ma il giudice Stefania Polichetti aveva respinto il loro ricorso "perché quanto successo dopo quel gesto è stato la "giusta e legittima reazione ad una condotta censurabile politicamente, socialmente ed eticamente, con la veemenza che è lecito attendersi a cagione del tema trattato".