Dopo quasi un mese torna il processo per la tragedia di ponte Morandi avvenuta il 14 agosto del 2018, tra oggi, lunedì 2 dicembre, e mercoledì 4, in aula ci saranno due imputati che hanno accettato di rilasciare dichiarazioni spontanee: si tratta di Maurizio Ceneri (nella foto), responsabile ufficio collaudi e controlli Spea con sede a Bologna, più volte presente in aula durante il processo, e Paolo Strazzullo, che era a capo dell'ufficio tecnico e impianti direzione 1° tronco di Autostrade per l'Italia.
L'accusa di ammorbidire i report
Ceneri di Spea è stato accusato di aver ammorbidito i report per fare meno lavori sul Morandi, ma già nelle prime dichiarazioni fatte davanti ai giudici nell'aprile 2023 aveva detto che "nel 2009 con controlli sugli stralli e sulle pile del Morandi trovammo ammaloramenti superficiali, ciononostante avviamo controlli oggi anno. Nel 2012 suggerimmo di ripeterli ogni due anni per uniformarci alle indagini riflettometriche che venivano svolte sugli stralli un anno lato monte e un anno lato mare".
Strazzullo e il progetto di Retrofitting
L'altro imputato, Paolo Strazzullo, un tecnico molto quotato che a causa dell'indagine del Morandi, nel 2021 è stato estromesso dal lavorare in una società che cura la sicurezza del traforo del Monto Bianco. Lui in aula dovrà spiegare perchè non è mai stato avviato il progetto che avrebbe dovuto curare gli stralli della pila 9 causa del crollo. Strazzullo è anche accusato del di falso per alcune anomalie nei rapporti e delle relazioni ispettive.
Dopo stop sino al 3 febbraio
Dopo le dichiarazioni dei due imputati ci sarà uno stop di udienze sino al 3 febbraio quando si tornerà nella tensostruttura per discutere la perizia tecnica integrativa richiesta dai giudici Lepri, Baldini e Polidori ai periti del tribunale per spiegare le cause del crollo e se il cedimento del viadotto poteva essere evitato. Una data slittata di alcune settimane sul calendario a causa doi un piccolo intervento chirurgico a cui si è sottoposto uno dei periti
Più nel dettaglio i periti dovranno dire se si poteva prevenire il crollo e se la corrosione della pila 9, da cui è originato il distacco, è arrivata dall'esterno per la mancata manutenzione o causata dal difetto di costruzione scoperto in sede di incidente probatorio.
I pm: tragedia per scarsa manutenzione
I pm Cotugno, Airoldi e Terrile, il regista dell'impianto accusatorio andato in pensione a inizio novembre, sostengono che il crollo è avvenuto per scarsa manutenzione e il cedimento dell'unica pila, la 9, che fra il '91 e il '93 non era stata rinforzata come invece era accaduto per le pile gemelle 10 e 11.
La difesa afferma che le prove riflettometriche - ritenute non affidabili dall'accusa - garantivano che la 9 era sicura sino al 2030 e che in realtà non fosse così è stato scoperto solo dopo la tragedia quando durante gli incidenti probatori si è accertato per la prima volta un difetto di costruzione al vertice della 9.
La difesa degli imputati: colpa di un vizio occulto
Un buco, a dire della difesa, che non si poteva scoprire perché molto in profondità e nascosto dai costruttori, un vizio che invece per l'accusa si è aggravato e non è mai stato scoperto per la mancata manutenzione che ha consentito infiltrazioni dall'esterno e la corrosione degli stralli di acciaio annegati nel calcestruzzo.
Perizia decisiva per la sentenza
Il verdetto sulla tragedia del Morandi che ha provocato la morte di 43 persone e vede alla sbarra 58 imputati sarà inevitabilmente legato all'esito dell'integrazione di perizia richiesta dai giudici.
I nuovi consulenti degli imputati il 30 ottobre hanno visionato i reperti del ponte nei due siti in cui sono stoccati: a Campi e ad Arvigo di Sant'Olcese.
IL COMMENTO
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