Cronaca

Emerge dalle telefonate che saranno allegate oggi al fascicolo del processo in cui mamma e zia del commercialista ammettono che Marco aveva ordinato alla segretaria di non passare più le telefonate della donna, che evidentemente conoscevano bene
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di Michele Varì

Nada Cella, la segretaria uccisa a Chiavari nell'ufficio del commercialista Marco Soracco il 6 maggio del 1996, potrebbe avere pagato con la vita il fatto di avere fatto il proprio lavoro e obbedito all'ordine del datore di lavoro di non passare più le chiamate di Anna Lucia Cecere, la donna a distanza di quasi trent'anni rinviata a giudizio per l'omicidio mentre Soraccco e la mamma Marisa Bacchioni andranno a processo per avere mentito e favorito l'assassina.

Emerge da due telefonate

L'ipotesi per spiegare il movente del delitto emerge dalle registrazioni delle telefonate che saranno allegate oggi al fascicolo del processo fissato per il 6 febbraio: in due la mamma e la zia del commercialista ammettono che Marco aveva ordinato alla segretaria di non passare più le telefonate di Cecere, che evidentemente conoscevano bene e che era diventata troppo insistente, pressante. Una stalker.

Oggi udienza per preparare il fascicolo

Quella di oggi è un'udienza a cui prenderanno parte tutti i legali, Gianni Roffo per Cecere, Andrea Vernazza per Soracco e la mamma, Sabrina Franzone per la mamma di Nada, Laura Razetto per la sorella Daniela, e poi il pm Gabriella Dotto e procuratore generale Mario Pinelli. Nel fascicolo si raccoglieranno tutte le prove dell'indagine svolta dalla procura e dai poliziotti della squadra mobile che per curare al meglio la riapertura del caso ha distaccato in tribunale l'ispettore Mino Paoletti, il detective che più di ogni altro ha creduto nella possibilità di rinviare a giudizio gli indagati, solo allora quelle carte del fascicolo potranno essere usate in aula alla luce del rinvio a giudizio dell’unica indagata per il delitto, Anna Lucia Cecere, e di Soracco e la mamma per il avere protetto la donna.

Caccia aperta alla telefonata rimasta anonima

Altra telefonata importante del fascicolo sarà quella in cui una donna mai identificata indica alla mamma di Soracco come possibile assassina proprio l'indagata Cecere da lei vista all'ora del delitto uscire dal palazzo di via Marsala.

I bottoni sequestrati a Cecere

La scelta degli elementi da utilizzare in aula è importante visto che alcune testimonianze sono state rese da persone ormai decedute. Nel fascicolo anche i bottoni trovati nella casa della sospettata molto simili o uguali a quello trovato insanguinato accanto al corpo di Nada Cella e gli esami delle tracce del Dna eseguite dall’esperto genetista Giardina, lo stesso che individuò il presunto responsabile dell’omicidio di Yara Gambirasio.

Ecco perchè Soracco l'ha protetta

 Grande interesse per gli avvocati delle parti civili della famiglia di Nada Cella sono le registrazioni delle telefonate tra gli altri due indagati, Soracco e la mamma, sospettati di avere depistato le indagini e nascosto la verità per interessi personali.

Nelle telefonate si comprenderebbe che tra l’attuale indagata e il commercialista Marco Soracco, datore di lavoro di Nada Cella, c’era una frequentazione o, comunque, che i due si conoscevano ben più di quanto ammesso e forse lì si nasconde il “movente” dell’omicidio: appunto la decisione della madre di Soracco di chiedere a Nada Cella di non passare più le telefonate dell’indagata al figlio.

La zia (poi deceduta): "Cecere tormenta Marco"

Non solo: agli atti ci sarebbe anche una seconda telefonata in cui anche la zia di Soracco, ora deceduta, dice le stesse cose a un'amica, "quella donna (Cecere ndr) tormenta mio nipote".

Quando Cecere chiamò Soracco furiosa

Telefonate che offrono uno spaccato sul possibile movente dell’omicidio e fare capire che l'assassina ha ucciso spinto dalla gelosia e dalla volontà di sostituirsi alla vittima nell’ufficio ma anche nella vita di Soracco. Tesi che potrebbe essere avvalorata dalla nota telefonata che Cecere fece a Soracco all'indomani della perquisizione effettuata dai carabinieri poche settimane dopo il delitto (in cui furono sequestrati i bottoni) e in cui lei grida a lui che gli fa schifo e non vuole stare con lui.

L'indagata aggredì Nada in studio

 Questo in linea teorica potrebbe fare capire anche perchè Soracco e la mamma avrebbero coperto Cecere, ossia perchè consapevoli che lei aveva ucciso Nada - che era stata già una volta aggredita da Cecere nello studio - perchè per "colpa" degli ordini da loro impartiti alla segretaria. Un senso di colpa misto alla paura di essere accusati e finire nei guai, ipotizzano gli inquirenti, che potrebbe avere spinto Soracco e la mamma a mentire per quasi trent'anni.

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