Sono state installate questa mattina le prime due centraline che serviranno a monitorare le vibrazioni create dai lavori del ribaltamento a mare di Fincantieri. Una è stata montata in un palazzo di via Cerruti, l'altra sul tetto della scuola Umberto Margherita, l'asilo nido di piazzetta Vito Conte che a inizio ottobre era stato evacuato perché le maestre pensavano ci fosse il terremoto. Dovrebbero essere proprio queste le centraline che andranno a decretare se le vibrazioni che i residenti sentono ogni giorno siano all'interno dei parametri di sicurezza della normativa vigente.
Il piano di monitoraggio di Autorità Portuale
Al centro delle polemiche c’è l'installazione di centinaia di pali di sostegno lungo la banchina, inseriti in profondità nel terreno per la costruzione di un nuovo bacino di carenaggio. Secondo i residenti, queste operazioni stanno causando danni rilevanti, tra cui vibrazioni, rumori incessanti e altre problematiche che hanno compromesso la qualità della vita nel quartiere. La prima risposta di AdSp era stata quella di avviare un monitoraggio delle vibrazioni: "Per la conformazione dei fondali e per le diverse lunghezze dei pali che verranno infissi come da progetto - spiegava Autorità Portuale in una nota di fine ottobre - è possibile che in alcuni momenti delle lavorazioni, purtroppo non puntualmente individuabili, si presentino fenomeni di vibrazioni estese anche al di fuori del cantiere. Data la peculiarità delle attività - continuavano -, l'impresa appaltatrice, su richiesta di AdSP e della DL del cantiere, ha definito un piano di monitoraggio delle vibrazioni attraverso appositi sensori (vibrometri) posti in prossimità del cantiere. Tale sistema di monitoraggio consente di controllare che l’entità delle vibrazioni prodotte dalle lavorazioni rimanga entro parametri di sicurezza definiti nel rispetto della normativa vigente, e che in caso di vibrazioni anomale, si implementino azioni di mitigazione prima del raggiungimento di una eventuale soglia di allerta".
Il primo giorno più di 40 chiamate ai vigili del fuoco
La zona da cui sono arrivate le prime denunce (il 15 ottobre) è quella che coinvolte via Ciro Menotti, via Catalani, via Mascagni, via Bianchieri, via Travi, via Leoncavallo e via Sestri, ma alcuni residenti raccontano di aver sentito dei forti tonfi anche a Pegli. Il primo giorno in cui erano stati avvertiti i forti boati erano state una quarantina le chiamate ai vigili del fuoco, intervenuti in più abitazioni e persino all'asilo Umberto e Margherita, dove i bambini sono stati fatti allontanare in via precauzionale dalle maestre che pensavano ci fosse il terremoto. A metà novembre al Teatro Verdi, si è tenuto un incontro pubblico durante il quale gli abitanti hanno denunciato una situazione ormai insostenibile. Presenti il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, i tecnici del Rina e dell’Autorità di Sistema Portuale, che guida il progetto.
I residenti esasperati vogliono risposte
"Noi adesso esigiamo che qualcuno ci spieghi qualcosa, ci rassicuri, perché non si può vivere in questa situazione. Noi ci sediamo per pranzare e ci vibrano i pavimenti, vibra il tavolo come se fosse un terremoto costante - ha detto a Primocanale il residente Sandro Venzano -. Non è normale questa cosa, non è piacevole che cittadini come noi, che hanno sempre pagato le tasse debbano vivere in queste condizioni". "La situazione è critica - spiega il presidente del comitato di quartiere, Nicolas Oppedisano -. In questo momento di disagio, dove non c'è né sinistra né destra ma c'è solo un grave problema del quartiere, ci deve essere qualcuno che dia delle risposte al quartiere. Dico sempre che i personaggi politici devono fare gli interessi dei cittadini e della cittadinanza, non delle grandi imprese o delle grandi catene. Ecco, questo è il momento".