GENOVA-Tragedia a Sant'Eusebio, sulle alture della Valbisagno: un clochard di 58 anni, Roberto Canepa, è stato trovato morto sulla strada da un volontario che era andato a trovarlo per portargli delle coperte e sincerarsi delle sue condizioni.
E' successo alle 19.30 di ieri, 25 febbraio, in una radura nel bosco di via Mogadiscio dove la vittima era accampato con un altro senza fissa dimora, Fabrizio, 56 anni, poi finito sotto choc all'ospedale per l'improvvisa morte di Roberto.
A trovare il clochard senza vita è stato Stefano Martorana, biologo abitante nella zona, che denuncia: "Purtroppo ci sono tante persone che vivono nella situazione di Roberto e di Fabrizio, due senza fissa dimora e con diversi problemi, sicuramente legati anche a scelte sbagliate. Ora Roberto non c'è più, ma è giusto dire che i volontari possono fare poco, portano cibo, coperte e vestiti ma non possono occuparsi 24 ore su 24 di queste persone, serve un aiuto dai piani più alti" denuncia il volontario.
Martorana alla domanda perchè i due senza fissa dimora avessero scelto di vivere non in città ma nella periferia della Valbisagno, dove fa più freddo e dove è ancora più difficile trovare assistenza e aiuto, risponde così: "Entrambi sono stati per un po' nel centro di Genova, ma i clochard dal centro vengono cacciati perché ritenuti persone "scomode". I dormitori che ci sono molte volte sono chiusi di giorno, dopo la notte obbligano gli ospiti ad andare via, e hanno regole molto severe e liste d'attesa molto lunghe. Fabrizio e Roberto volevano essere indipendenti, per questo non hanno mai voluto stare i un dormitorio".
"Sia la vittima, Roberto, che il suo amico Fabrizio, in passato avevano abitato nelle case popolari del ponente di Genova" racconta ancora Martorana, ora impegnato nell'organizzare le pratiche per dare al clochard deceduto una degna sepoltura.
IL COMMENTO
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