Cronaca

Rosario Taggio in aula conferma di avere visto donna sporca di sangue ma prima delle otto, nel '96 invece aveva detto dopo le 9. L'omicidio avvenne fra 8.50 e 9. Ma un'abitante lo smentisce: "Sua mamma mi disse di averla vista dopo le 9"
7 minuti e 8 secondi di lettura
di Michele Varì

Rosario Taggio, uno dei testi più importanti del processo Cella, in aula smentisce sé stesso e forse si confonde: conferma di avere visto insieme alla mamma una donna sporca di sangue che poteva essere Cecere, ma colloca quell'incontro a prima delle otto, nel '96 invece aveva detto dopo le 9. Tempi diversi che possono essere determinanti visto che l'omicidio avvenne fra 8.50 e 9.

Il teste Taggio: "Aspettavamo che aprisse il panificio..."

Il teste ha riferito che ricorda l'ora perché con mamma e i due figli "stavamo aspettando che aprisse un panificio che apre alle otto per fare colazione". Il delitto però è avvenuto fra le 8.50 e le 9.

La vicina: "Mendicante disse di avere visto Cecere sporca di sangue":

La prima teste della giornata è stata Anna Serbantini, abitante nella zona di corso Dante, amica di Marisa Bacchioni, la mamma del commercialista Soracco, "con cui c'è sempre stato un rispetto reciproco", "ho visto nascere Soracco" precisa.

La donna è una degli abitanti di Chiavari che giorni dopo l'omicidio fu informata dalla mendicante della presenza di una certa "Anna" nei pressi del palazzo sporca di sangue e l'aria stravolta subito dopo il delitto, dopo le 9. Una testimonianza, quella della donna, importante perchè avvalla quanto riferito dalla mamma di Taggio, ora deceduta.

 

La questuante detta "occhio di falco"

"La mendicante abitava in un piccolo appartamento nel cortile del mio palazzo - ha spiegato Serbantini - non ricordo il suo nome, ma mio marito la chiamava "occhio di falco", so che è morta ed è seppellita al cimitero di Sampierdicanne, era un'invalida, impossibilitata a stare sulle gambe, di corporatura ben messa, portava soldi in quel nucleo familiare sfortunato, ma era una donna molto attenta ad accudire due bambini, diversamente abile chiaramente, ma di un'intelligenza molto acuta, viveva con il figlio colpito da paralisi e la nuora".

Alla donna viene fatta vedere una foto di Cecere, e lei la riconosce, "E' lei, certamente".

"Si colpevolizzava un uomo, ma l'assassina era una donna"

Poi Serbantini torna alla descrizione della mendicante: "Era per me degna di essere ascoltata e molto amata da tutti, stazionava nella zona dove abito, era molto attenta alle persone, buona intelligenza, dopo questa grossa tragedia, nel parlammo il giorno dopo, mi raccontò che era stata testimone di una persona femminile così trasfigurata che l'aveva colpita, e con un braccio fasciato, dove secondo lei nascondeva l'arma del delitto, questo mi aveva colpito profondamente perché la città stava colpevolizzando un uomo ma chi aveva ucciso quella ragazza era stata una donna, alla fine dissi alla mendicante di andare dai carabinieri, e lei andò. Rimasi sconvolta, poi lei mi disse solo che aveva fatto il suo dovere. Di questo parlai con mio marito quando ancora vivo e penso anche con la signora Bacchioni, con mio figlio, con amici, la Bacchioni era già stata informata da altri che le avevano detto della mendicante".

Teste a sorpresa: "Vidi Soracco e Cecere alla festa di ballo"

Altro testimone dell'accusa sentito stato il pensionato Vincenzo Daneri. L'uomo frequentava il corso di ballo di Soracco e ha ricordato in aula che venti giorni prima del delitto alla festa della scuola svolta in un ristorante del lago di Giacopiane aveva "visto Soracco con quella ragazza (che poi l'uomo riconoscerà in foto), sì, mi era venuto in mente di dirlo ai carabinieri, ma un mio amico legale mi disse di evitare perché mi sarei messo nei pasticci, era un penalista".

L'uomo voleva sporgere denuncia ma amici avvocati lo dissuasero

Alla domanda su come mai aveva notato che quella donna era con il commercialista, Daneri ha detto "perchè di solito Soracco era solo e quella era una bella signora". L'uomo ammette anche che nel 2021 alla riapertura del caso aveva pensato di andare a raccontare tutto ai carabinieri, ma anche stavolta un amico avvocato gli aveva sconsigliato di farlo. Affermazione che ha suscitato la reazione del giudice Cusatti: "Lei ha dei consiglieri che sono uno spettacolo". L'uomo ha annuito dicendo: "Me la sono portata dentro sino a oggi. Deneri però non svela il nome degli avvocati neppure quando il giudice rimarca che è tenuto a dire tutto quello che sa sennò rischia una denuncia, "mio padre, che era carabiniere, mi ha insegnato l'educazione e a rispettare le persone".

Nuova teste svela, "i due arrivarono al corso insieme"

Ultima teste dell'accusa è stata una donna, Sara Giorgi, all'epoca diciannovenne e amica di Nada, che mesi prima del delitto, nell'inverno del 1995, nell'unica volta che era andata nella scuola di ballo di Chiavari frequentata da Soracco e Cecere nel centro di Chiavari, aveva visto entrare i due insieme, e poi ballare per tutta la durata del corso denotando anche un'ottima intesa, almeno come ballerini. La teste ammette che si è ricordata di questo alla riapertura del processo perché ottima fisionomista, quando, nel 2024, ha visto una foto di Cecere: "Mi erano rimaste impresse le fossette sul viso della donna, pronunciatissime, allora mi è tornato in mente come un flash quel giorno, conoscevo Soracco  perchè ha lo studio davanti all'abitazione di amici. Ricordo che era inverno perché avevo un giaccone e mi pare ci fossero le luci natalizie".

Anche le parole di Sara Giorgi smentirebbero che Soracco e Cecere avessero un rapporto essenziale come ha detto il commercialista e pure la mamma, e avvalerebbero che fra i due invece c'era feeling, una tesi che il pm Dotto sostiene per spiegare il motivo per cui Soracco avrebbe sempre coperto Cecere. Motivo per cui è stato imputato per favoreggiamento insieme alla mamma, ora prosciolta perchè non capace di stare a giudizio. Per l'accusa Cecere tormentava Soracco perchè voleva accasarsi con lui e sostituire Nada nella segreteria. Il commercialistra per questo aveva ordinato a Nada di non passargli più le telefonate di Cecere, da qui, a detta degli inquirenti, l'aggressione e l'omicidio del 6 maggio 1996.

Soracco in aula: "Mai accompagnato Cecere in auto"

Marco Soracco, come aveva annunciato il suo legale Andrea Vernazza, oggi ha chiesto e ottenuto di rilasciare dichiarazioni spontanee in aula per smentire quanto affermato nella scorsa udienza dalla teste Adriana Berisso, vicina di casa di Cecere, per cui lui avrebbe accompagnato in auto l'imputata ad una festa, "la mia vettura era posteggiata davanti al cortile dell'abitazione di Cecere semplicemente perchè quello era uno dei parcheggi vicino a casa che usavo allora quando ancora non avevo un posto auto mio. Quel giorno ero andato a pranzo con un’amica dell’università ora mia collega, come già dissi all'epoca".

Amica che nelle prossime udienze comparirà in veste di teste a difesa appunto di Soracco.

 

 

La cronistoria

 

La settimana scorsa Adriana Berisso, la vicina di casa dell'indagata per omicidio Anna Lucia Cecere, che ha rivelato che Soracco accompagnò Cecere in auto a una festa, oggi altri testi dell'accusa che nella ricostruzione del magistrato Gabriella Dotto potrebbero fornire la prova che Anna Lucia Cecere il 6 maggio del 1996 ha ucciso Nada Cella, la segretaria ammazzata da un assassino ancora senza nome, e che il datore di lavoro sapeva e non ha detto nulla favorendo l'imputata principale. Chi comparirà in aula non è ancora noto perché la procura ha chiesto il massimo riserbo sui nomi: proviamo a ipotizzare quali potrebbero essere i testi che già oggi potrebbero sfilare in aula. Il più atteso è Rosario Taggio, il figlio della mendicante che insieme alla mamma, ora deceduta, quella mattina avrebbe visto Cecere davanti al palazzo di via Marsala: l'uomo non poi non riconoscerà la donna in un album fotografico però molto complesso.

Altri testi importanti sono la cliente dello studio di Soracco, Giuseppina Vaio, che all'ora presunta del delitto chiamò più volte e si sentì rispondere da una donna che non era Nada Cella (fra l'altro in quegli attimi in teoria agonizzante), c'è poi il collega di Soracco, Bertuccio, a cui il commercialista qualche sera prima del delitto aveva preannunciato che nel suo studio sarebbe accaduto qualcosa di cui avrebbe parlato in tutta Italia, commercialista che poi negò tutto quando Bertuccio tornò microfonato dalla polizia per registrare le sue parole. Fra i testi più importanti anche Paolo Pendola, il dentista di Santa Margherita per all'epoca Cecere faceva le pulizie, per la difesa di Cecere, che presenterò il contratto di lavoro, l'alibi che non è stata lei a uccidere, un alibi che però l'accusa tenterà di smontare perché il dentista ha ammesso che chi faceva le pulizie per lui non veniva controllato e avrebbe potuto benissimo arrivare in ritardo sull'orario stabilito senza essere scoperto.

Oggi il commercialista Soracco dovrebbe essere in aula e dire che quanto ha detto Adriana Berisso non è vero: la sua auto davanti al cortile di casa Cecece non significa che lui l'aspettava per accompagnarla a una festa ma era solo regolarmente posteggiata nei parcheggi posti proprio lì.