
"Sono molto felice che il Genoa si sia salvato in anticipo, la squadra gioca bene, l'allenatore è forte, siamo tutti contenti, io lo seguo sempre…"
Enrico Preziosi parla solo quando esce dal tribunale, ma dice una parola non di quanto ha detto al pm Landolfi che lo ha ascoltato come teste sull'inchiesta aperta sulla cessione della società al nuovo presidente Dan Sucu. Preziosi parla invece della squadra: "Ho visto anche l'ultima partita, non vado allo stadio, non vorrei suscitare reazione, ormai io sono un ex, io dare una mano? Non credo che ne abbia bisogno, adesso mi pare che sia ben gestita. Nuove nuvole all'orizzonte per la società? Adesso ci sono qui a Genova - risponde guardando in cielo - ma spero che ci sia bel tempo per il futuro". Alla domanda sulla nuova società del rumeno Sucu Preziosi non risponde: "Adesso devo lasciarla…" e si allontana.
L'indagine della procura sulla proprietà ipotizza il reato di truffa è svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza con il coordinamento del procuratore aggiunto Landolfi, il magistrato che stamane ha sentito come persona informata suoi fatti Preziosi.
A fare partire l'indagine una denuncia presentata da Acm, società del gruppo Acap, holding assicurativa americana con un credito da due miliardi di dollari nei confronti 777 Group, il fondo Usa che nel settembre 2021 aveva rilevato la squadra da Preziosi. L’atto di citazione presentato dall’avvocato Valerio Pescatore ha chiesto al giudice di Genova di annullare le delibere che hanno consentito a Dan Sucu di diventare il nuovo patron del Genoa. L’udienza è fissata per il 20 maggio, ma Acm aveva chiesto di sospendere in via cautelare gli effetti dell’aumento di capitale che hanno consentito al presidente della Confindustria di Romania di diventare l’azionista di maggioranza del Grifone. Istanza ritenuta infondata e inammissibile della sezione Imprese del tribunale di Genova, che ha sposato invece le tesi dei professori Marco Arato, Riccardo Bordi e Laura Salvaneschi dello studio Bonelli Erede.
La società americana, assistita dal professor Francesco D’Alessandro dello studio Chiomenti, si è mossa anche a livello penale, con una querela depositata in procura. Per questo motivo è stato aperto un fascicolo, al momento a carico d’ignoti, in cui si ipotizza la truffa.
Due settimane fa prima di Preziosi il procuratore aggiunto Landolfi ha ascoltato l’ex presidente Alberto Zangrillo, rimasto in cda anche con Sucu, come consigliere e l’avvocato Andrea D’Angelo, ex vicepresidente e piccolo azionista, l’unico a votare contro l’aumento di capitale nell’assemblea dei soci del 14 dicembre scorso, contestando la “non completa chiarezza” dell’operazione.
IL COMMENTO
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