Cronaca

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La fascia d'età più colpita è quella dagli ottanta anni in su, anche se a Genova la rete criminale è arrivata a truffare una donna di 99 anni
3 minuti e 58 secondi di lettura
di Aurora Bottino

È iniziata dalla coraggiosa denuncia di una anziana genovese, truffata di 16mila euro con la tecnica del 'finto incidente', la vasta operazione della polizia coordinata dalla Procura di Genova, che ha portato allo smantellamento di una rete criminale accusata di 103 truffe, di cui undici in Liguria e otto a Genova.

Dopo mesi di intense indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Genova, con la fondamentale collaborazione della Squadra Mobile di Napoli e l’ausilio operativo degli omologhi uffici di Bari, Benevento, Campobasso, Caserta, Frosinone, Isernia, Potenza e Salerno nonché del Reparto Prevenzione Crimine, gli investigatori della Polizia stanno dando esecuzione, dalle prime ore del mattino, a 77 misure cautelari di cui 22 custodie in carcere e 55 obblighi di dimora e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, oltre a numerose perquisizioni nelle città di Napoli e Caserta, colpendo i vertici e i membri operativi di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate ai danni di anziani, smantellando la struttura gerarchica dell’organizzazione.

Le tre figure all'interno dell'organizzazione 

Il primo contatto con le vittime veniva attuato da uno dei tanti "call center", creato all'interno di vari appartamenti nel cuore di Napoli, dove cinque telefonisti chiamavano dalle 600 alle 1000 persone al giorno usando i numeri trovati su Internet. Non tutte andavano a buon fine, chiaramente, ma quelle che rientravano nei parametri corretti diventavano subito 'prede' facili. Il telefonista, a quel punto, fingendosi un poliziotto o carabiniere, raccontava di un incidente stradale in cui era rimasto coinvolto il figlio o un parente stretto della vittima.

Il secondo ruolo fondamentale nella rete criminale era quella del trasfertista. Erano almeno sette le pattuglie pronte a partire e spostarsi per tutta Italia per raggiungere il luogo dove ritirare i soldi dalle persone truffate. Queste persone avevano chiari ordini da seguire, tra cui quella di fotografare la refurtiva appena gli veniva consegnata e mandare la foto al coordinatore delle operazioni.

È proprio il coordinatore il terzo ruolo nella piramide criminale. Erano loro a comunicare al trasfertista dove e quando andare, mentre gli fornivano telefonini, soldi per la trasferta e la macchina a noleggio su cui spostarsi. L'organizzazione forniva persino, attraverso sodali “intermediari” dedicati a questo aspetto, supporto logistico e assistenza legale in caso di intervento delle Forze dell'Ordine.

Il modus operandi della rete criminale 

Con abili strategie psicologiche e senza alcuno scrupolo, i truffatori convincevano gli anziani, ormai sfiniti e terrorizzati, a consegnare denaro e oggetti di valore, facendoli credere necessari per risolvere le situazioni simulate. La fascia d'età più colpita è quella dagli ottanta anni in su, anche se a Genova la rete criminale è arrivata a truffare una donna di 99 anni. 

L'abilità, se così si può definire, dei telefonisti stava nel carpire più informazioni possibili nel minor tempo possibile. Molto spesso gli anziani truffati non si erano nemmeno resi conto di aver detto all'operatore telefonico il nome del figlio coinvolto nel falso incidente nei primi secondi della telefonata.

Un uomo anziano con le mani nei capelli

L'inizio delle indagini dopo la denuncia dell'anziana genovese truffata di 16mila euro

Le indagini hanno avuto inizio a giugno 2023 a seguito di una truffa consumata a Genova e sono poi proseguite con indagini tecniche, che hanno consentito di delineare i presunti ruoli di ogni singolo partecipante al sodalizio criminale, radicato nel comune di Napoli e con una base logistica ad Aversa, e impegnato quotidianamente nell’organizzare su tutto il territorio nazionale.

Nel corso dell’indagine, con la collaborazione delle Squadre Mobili di quasi tutta Italia, sono stati arrestati in flagranza di reato 75 soggetti con il recupero di refurtiva dal valore di svariate centinaia di migliaia di euro. Nel complesso quindi, oltre alle 77 odierne esecuzioni, i provvedimenti restrittivi adottati nei confronti degli autori delle odiose truffe ai danni di persone anziane, sono stati 152.

Nel corso delle numerose truffe in cui i “trasfertisti” sono stati tratti in arresto in flagranza di reato, sono stati posti in sequestro denaro e gioielli per un valore di oltre 1 milione e 700 mila euro, a riprova di quanto l'attività criminale dell’associazione fosse particolarmente fiorente.

L'appello della polizia: "Chiamate subito il 112"

La Polizia di Stato invita tutti i cittadini, in particolare gli anziani e le loro famiglie, a prestare la massima attenzione a telefonate sospette e a segnalare immediatamente tentativi di truffa al Numero Unico di Emergenza 112. Si invita inoltre a sporgere sempre denuncia alle forze di polizia, infatti, le denunce, costituiscono un elemento prezioso, anche a distanza di tempo, per individuare i responsabili di odiose condotte come quelle delle truffe agli anziani. Infine, si vuole ricordare che le forze dell'ordine non chiedono, per nessun motivo, di fornire denaro contante o beni preziosi ai cittadini.

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