Cronaca

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Per tutti niente stadio per almeno 5 anni. Nell'ultima tranche identificati 29 ultrà di età compresa tra i 19 e i 60 anni. Quindici sono tifosi doriani, 8 tifosi genoani, 6 appartenenti alle tifoserie organizzate di Torino e Reggiana gemellate con i genoani
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di Michele Varì

Sono 49 gli ultrà che sono stati indagati per i gravi disordini e le violenze avvenuti prima, durante e dopo il del derby di Coppa Italia dello scorso 25 settembre 2024. Il bilancio finale delle indagini della Digos arriva dalla questura di Genova: gli ultimi ventinove segnalati alla procura sono ultrà di Genoa e di Samp di età compresa tra i 19 e i 60 anni.

Quindici doriani e otto genoani, sei di altre squadre

Nell'ultima tranche di indagini gli inquirenti hanno identificato e denunciato 15 tifosi sampdoriani, 8 tifosi genoani e 6 appartenenti alle tifoserie organizzate di Torino e Reggiana, gemellate con gli ultrà genoani.

A questi tifosi vanno sommati altri 20 indagati a settembre: 8 arrestati (due francesi, tre doriani e tre genoani) e 12 denunciati per gli scontri in via Canevari prima della gara, tutti genoani (cinque francesi, un maggiorenne e sei minori).

Gli scontri avevano paralizzato le vie di Marassi

I gravi episodi di violenza avevano paralizzato le zone adiacenti allo stadio di Marassi ed erano iniziati nella tarda mattinata e proseguiti durante e dopo l’incontro fin oltre la mezzanotte, in un contesto di vera e propria guerriglia urbana, con molti dei partecipanti travisati anche con caschi e armati di bastoni, aste e altri oggetti atti a offendere.

"La violenza degli scontri - riferiscono dalla questura che stamane ha diramato un dettagliato comunicato per fare il bilancio delle indagini - era stato caratterizzati da un fitto lancio di bombe carta, pietre, fumogeni, bottiglie e petardi, ha posto seriamente a rischio l’incolumità pubblica, considerato anche l’attacco ai cassonetti della spazzatura che venivano incendiati".

Feriti trentasei operatori delle forze di polizia

Il dispositivo di ordine e sicurezza pubblica garantiva il regolare flusso e deflusso del pubblico e consentiva di evitare che le due fazioni venissero a contatto grazie alla forza pubblica e l’impiego di idranti e lacrimogeni. Nel corso dei disordini erano rimasti feriti 36 operatori delle forze di polizia,  fra cui 19 agenti di polizia, 16 carabinieri e un militare della guardia di finanza che riportavano lesioni con prognosi fino a 80 giorni.

Un poliziotto non è ancora rientrato in servizio 

Un operatore della polizia di stato sfiorato da una bomba carta e sottoposto a un intervento chirurgico non è ancora rientrato in servizio. Danneggiati anche alcuni mezzi di servizio.

L’attività investigativa della Digos, coordinata dal primo dirigente Simona Truppo, resa particolarmente complessa proprio dalle condizioni ambientali e operative, è stata condotta attraverso un paziente lavoro di analisi di ore di filmati, l’esame incrociato di immagini provenienti da sistemi di videosorveglianza pubblici e privati, oltre che dalle riprese effettuate dagli operatori della polizia scientifica.

Immagini determinanti per identificare i violenti

Fondamentale l’attento lavoro di comparazione e accertamento delle immagini, che ha permesso di identificare i tifosi coinvolti, nonostante l’uso di sciarpe, cappucci e altri indumenti atti a celare l’identità.

Ecco i tanti reati contestati

Gli ultrà deferiti sono indagati a vario titolo per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, lancio di materiale pericoloso, possesso di artifizi pirotecnici in occasione di manifestazioni sportive e travisamento.

Per tutti niente stadio per almeno 5 anni

La posizione degli indagati è al vaglio della Divisione Anticrimine per l’adozione delle previste misure di prevenzione: a tutti i violenti indagati sarà comminato un Daspo che gli impedirà di assistere alle partite di calcio dai cinque ai dieci anni.

Scontri annunciati da mesi di schermaglie

Gli scontri delle due tifoserie erano stati annunciati da mesi di schermaglie e aggressioni, più le sfide notturne per marchiare con i propri colori muri e scalinate, una tensione che si il giorno del derby nonostante l'imponente servizio d'ordine si era manifestata nel primo pomeriggio su ponte Serra dove le due tifoserie erano venute a contatto solo per pochi minuti grazie all'intervento delle forze dell'ordine.

Il furto nella sede degli ultras della Samp

La seconda parte degli scontri era invece andata in scena a partita in corso quando l'esposizione dei genoani degli striscioni rubati nella sede degli Ultras Tito Cucchiaroni della Samp aveva portato la annunciata reazione dei doriani: alcune centinaia di ultrà erano usciti dallo stadio per dirigersi verso la gradinata Nord, bloccati dai reparti di polizia e carabinieri. Proprio in quel frangente molti poliziotti e carabinieri erano rimasti contusi o feriti, fra cui anche alcuni funzionari, fra questi il vice questore Giovanni Giuliano, il dirigente che coordinava il servizio di ordine pubblico della gara.

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