GENOVA -La segretaria si è accorta di essere spiata mentre era seduta sul bidet del bagno aziendale.
In un angolo del bagno, puntata contro di lei, c'era una inquietante pendrive seminascosta da una pianta: di fatto una micro telecamera che riprendeva 24 ore su 24 tutto quanto accadeva all'interno del bagno.
La donna ha subito chiesto aiuto a un collega e insieme, dopo avere inserito la pendrive in un computer, hanno visionato le immagini registrate: dentro c'erano i video delle persone che andavano in bagno, ma pure il faccione del datore di lavoro ripreso inavvertitamente mentre installa la microtelecamera, facendo così scoprire il viso e l'identità dello spione.
La segretaria prima di sporgere denuncia ci ha pensato a lungo perché consapevole che avrebbe perso il posto di lavoro. Poi la dignità ha preso il sopravvento sulla necessità e, rotti gli indugi, si è recata a raccontare tutto in un ufficio di polizia.
L'indagato, un cinquantenne sposato, abitante alla Foce e con un'attività in Valpolcevera, difeso dall'avvocato Marcello Lucchese, è accusato di interferenze illecite in attività private.
L'inchiesta è scattata alla fine dello scorso anno dopo la denuncia della segretaria, assistita dall'avvocato Micaela Calzetta, è stata affidata ai poliziotti della procura con il coordinamento del magistrato di turno Daniela Pischetola.
Gli inquirenti nel corso delle perquisizioni hanno rinvenuto e sequestrato nell'abitazione dell'uomo altre pendrive con telecamere. I video che vi erano archiviati sono stati visionati: dentro altri film, fra cui alcuni vietati ai minori, che aggravano la posizione del datore di lavoro con il "vizietto".
Il cinquantenne già in passato era finito nei guai con la giustizia per reati analoghi: allora era stato accusato di stalking nei confronti di una donna. Non solo: pare che già una volta una dipendente si fosse accorta di essere filmata di nascosta sul posto di lavoro. La donna però non aveva sporto denuncia per paura di perdere l'occupazione.
IL COMMENTO
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