Cronaca

Domenico Greco, pianista che insegna musica in una scuola di Quinto, per mesi costretto a dormire in un soppalco. E' uno dei 150 fra abitanti e imprenditori che chiederanno di essere parte civile
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di Michele Varì
GENOVA -La sua casa è in via Fillak, nella zona arancione di ponte Morandi, da lì per raggiungere la scuola elementare dove insegna musica a Quinto avrebbe impiegato oltre un'ora e mezzo.

Per questo Domenico Greco, pianista maestro di musica, per mesi è stato costretto a dormire dal lunedì al venerdì nel soppalco del suo studio, in via Torti (nella foto), a San Fruttuoso.

Il musicista è uno dei 150 cittadini della zona arancione di Certosa che nella prima udienza del processo di ponte Morandi del 7 luglio, grazie agli avvocati dello studio di Raffaele Caruso e Francesca Bruzzone, chiederanno di inserirsi nel processo per ottenere degli indennizzi.

"A causa del crollo sono stato costretto a dormire nello studio per evitare di arrivare tardi nelle lezioni a scuola - spiega il maestro di musica - mi sono adattato perché non volevo che i miei problemi danneggiassero la didattica dei mie allievi e ai colleghi. Io fra l'altro a causa delle lezioni private che tengo in questo studio finivo di lavorare alle 21, e la mattina se avessi dormito in via Fillak avrei dovuto svegliarmi all'alba". Greco aggiunge: "L'unica mia preoccupazione è che il quartiere torni a vivere e che i negozi di qualità proseguano le attività visto che ne sono stati già chiusi un po'".


A tutelare il musicista è l'avvocato Francesca Bruzzone, che spiega: "A chiedere di essere accettati come parti civili nella prima udienza del processo sono cento cittadini e cinquanta imprenditori residenti o che lavorano nella Valpolcevera di Campi, Sampierdarena e del Campasso. Soggetti che a vario titolo hanno subito danni indiretti dalla tragedia e che nessuno, né autostrade né la struttura commissariale, sino ad oggi ha mai ritenuto di indennizzare".
 
 

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