GENOVA - Le corde del violino strappate, uno sfregio per cui il genio genovese Niccolò Paganini si starà sicuramente rivoltando nella tomba, seppur sepolto a più di 210 km di distanza, nella cornice del Cimitero della Villetta di Parma. L'hanno ritrovata così i passanti genovesi, dopo che nella notte alcuni vandali hanno preso di mira la statua che è stata inaugurata davanti al Teatro Carlo Felice a ottobre.
A denunciarlo è Pietro Piciocchi, assessore ai lavori pubblici del Comune di Genova, che in un post su Facebook commenta: "In questa campagna elettorale si parla giustamente dei temi legati alla manutenzione. Io vi dico che uno dei principali problemi che dobbiamo affrontare è quello del vandalismo. Potrei ricordare, solo in ordine cronologico, le distruzioni perpetrate nei nuovi giardini di Quinto sabato notte dove sono arrivati a rubare anche le piantine che avevamo appena collocato. Torno al tema dell'educazione - da me toccato in un post di un paio di giorni fa - perché qui c'è tanto lavoro da fare e bisogna che tutti ne siamo più che consapevoli".
L'opera in bronzo dello scultore Livio Scarpella, sotto il portico in corrispondenza dell’ingresso dell’auditorium Eugenio Montale, è stata un omaggio alla città da parte del principe Domenico Antonio Pallavicino e adesso dovrà essere oggetto di restauro. Questo è, tra l'altro, il 240esimo anniversario dalla nascita del compositore che proprio al Carlo Felice pronunciò la celebre frase "Paganini non ripete". La storia, infatti, narra del gran rifiuto paganiniano del febbraio del 1818 al teatro Carignano di Torino, quando il maestro, sollecitato dal Duca di Savoia a ripetere un brano, rispose di non volerlo fare.