SARZANA-Il killer si è fatto sentire mentre infieriva in modo crudele con parole come 'ti sta bene' sul corpo di Nevila Pjietri, 35enne albanese trovata morta nella piana di Marinella. Dalle carte dell'inchiesta emerge infatti la presenza di due testimoni oculari, due uomini di origine marocchina, che hanno raccontato ai carabinieri di aver visto un ragazzo scaricare da una macchina bianca il cadavere della donna e buttarlo nel Parmignola. I testimoni erano nelle vicinanze di un casolare abbandonato, hanno spiegato ai militari, poco distante da dove il killer si sarebbe fermato per 'scaricare' il corpo di Nevila.
Secondo quanto appreso, i due maghrebini hanno sostanzialmente confermato sia il colore che il tipo di auto segnalato dalle colleghe di Pjetri sentite come testimoni la notte stessa del delitto. La donna, avevano detto le ragazze che si trovavano lungo via papa Giovanni XXIII, era salita su un pickup bianco, alla cui guida c'era un uomo, più o meno all'altezza di un distributore di benzina. La macchina bianca è stata immortalata dalle telecamere di videosorveglianza e non solo nella zona dove è stata prelevata Nevila ma anche più in là, dove presumibilmente si trovava Camilla.
Daniele Bedini, il falegname di Carrara accusato dell'omicidio, continua a rimanere in carcere, dove è stato accompagnato dai militari che hanno formalmente accusato l'uomo. Il 32enne, però, doveva essere in cella già da quattro mesi per scontare i tre anni di pena decisi dalla Corte di Appello di Genova per la rapina a mano armata commessa nel 2018: il falegname aveva infatti usato una pistola per rapinare una sala slot di Fassola, una frazione di Carrara.
Intanto continuano le indagini per l'omicidio di Camilla, all'anagrafe Carlo Bertolotti, 43enne che di lavoro faceva la parrucchiera trovata anche lei morta a pochi chilometri da dove era stata scoperta Nevila. A legare i delitti potrebbe essere l'arma, una calibro 22: a deciderlo sarà probabilmente l'autopsia, in programma per venerdì mentre oggi si attende l'arrivo di una squadra di sub che scandaglierà i fondali del Parmignola (dove è stata trovata Nevila) e dei diversi torrenti della piana di Marinella alla ricerca degli altri effetti personali delle donne. I quesiti principali richiesti al medico legale sono due: se a uccidere Camilla sia stata una pistola calibro 22, come quella che ha ucciso Pjetri e quando è stata uccisa, se prima o dopo la prostituta albanese. Contemporaneamente all'autopsia, in carcere alla Spezia si terrà l'interrogatorio di convalida del fermo di Daniele Bedini, l'artigiano di 32 anni arrestato lunedì per l'omicidio di Pjetri.
Ad alimentare una delle ipotesi degli inquirenti sul perchè Bedini avrebbe ucciso Nevila e forse Camilla, sarebbe proprio la ricerca spasmodica di denaro, necessario per acquistare droga: i portafogli delle donne, infatti, non sarebbero ancora stati trovati, proprio come i loro cellulari. A pochi metri dal cadavere di Camilla, però, sono stati trovate alcune sue tessere del supermercato e il suo codice fiscale.
Bedini che continua a dirsi estraneo ai fatti avrebbe fornito un alibi per l'omicidio, infatti il suo difensore ha raccontato ai militare che il 32enne avrebbe passato tutto il sabato sera in un lounge bar di Marina di Carrara con degli amici per poi andare a casa e rimanerci. Nella serata di sabato scorso, il padre di Bedini ha chiamato la polizia perché, tornando a casa, ha trovato la cassaforte scassinata. All'interno l'uomo custodiva, tra l'altro, diverse pistole alcune delle quali di particolare pregio, ma solo una era stata rubata: una semiautomatica cal. 22. Le indagini sul furto sono affidate alla polizia della questura di Massa Carrara coordinata dalla procura del capoluogo apuano ma gli atti potrebbero essere richiesti dalla procura della Spezia, titolare delle indagini sulla morte di Pjetri e Camilla.
IL COMMENTO
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